Modena, 23 novembre 2015 – Il Consorzio della Bonifica Burana, coi suoi 242.521 ettari di comprensorio, ha caratteristiche di interregionalità: oltre alla regione Emilia-Romagna, in cui ricade la maggior parte del territorio in gestione, governa 974 ettari dell’Abetone (Regione Toscana) e 17.711 ettari in Lombardia, nove comuni nelle terre dell’Oltrepò mantovano. Sono i confini idraulici, infatti, non quelli amministrativi a dettare l’assetto di bonifica. “Il quinquennio appena concluso ha comportato, accanto all’attività ordinaria, un aggravio dettato dalle attività straordinarie imposte per la messa in sicurezza e il ripristino di tante situazioni di inagibilità e danno dovuti al sisma di maggio 2012. Anche in territorio mantovano – spiega il Presidente del Consorzio Francesco Vincenzi. “L’impianto Sabbioncello di Quingentole, ad esempio, ha necessitato di un importante intervento di ristrutturazione per i danni subiti (oltre 2milioni di euro). È di ulteriori 750mila euro il finanziamento ottenuto dal Ministero delle Politiche Agricole per altri interventi straordinari all’Impianto e agli argini del canale Sabbioncello, vettore delle acque irrigue provenienti dall’impianto.” Il sisma ha registrato pesanti ripercussioni anche in provincia di Mantova, in particolare nei comuni dell’Oltrepò mantovano che coincide in larga parte con il territorio amministrato dal Consorzio Burana. Sempre per il sisma sono stati stanziati diversi finanziamenti per ripristinare i danni alla Chiavica Vallazza (Carbonara Po), alla Chiavica Fossa Mozza (Sermide), Chiavica Sbocco Dugale Piva Ramo Segonda (Poggio Rusco) così come ad altri immobili tra Sermide e Poggio Rusco e decine di altri interventi minori. Il Direttore del Burana, l’Ing. Cinalberto Bertozzi, aggiunge: “Accanto agli interventi post-sisma, e all’attività ordinaria, che siamo riusciti a garantire anche nei momenti più difficili, quelli nell’immediato dopo sisma e durante gli importanti lavori di ripristino dei danni, abbiamo provveduto ad un importante ammodernamento di tutto il sistema di telecontrollo del basso mantovano e l’automazione dei manufatti sulla rete idrica dei comuni di San Giacomo Segnate, San Giovanni del Dosso, Sermide, Poggio Rusco, Magnacavallo, Felonica, Borgofranco Po, Carbonara Po, Quingentole, Quistello. I lavori sono stati resi possibili dalla Regione Lombardia (P.S.R.) con il concorso del Consorzio Burana – oltre 3.500.000 € l’importo complessivo speso –, che comprendeva inoltre:
– l’adeguamento del Canale Quarantoli, in Comune di Poggio Rusco;
– interventi di risezionamento e consolidamento arginale nei comuni di San Giacomo Segnate, San Giovanni Del Dosso, Sermide, Poggio Rusco, Magnacavallo, Felonica, Borgofranco Po, Carbonara Po;
– il ripristino di manufatti di scolo nei comuni di San Giacomo Delle Segnate, San Giovanni Del Dosso, Sermide, Poggio Rusco, Magnacavallo, Felonica, Borgofranco Po, Carbonara Po;
– l’adeguamento e l’elettrificazione dei sostegni del sistema irriguo di Poggio Rusco.
Accanto a questi: lavori con fondi consortili per 410.000 € di ripresa frane nei canali tra Sermide e Magnacavallo, dragaggio delle tubazioni aspiranti ed espurgo e pulizia del bacino di calma dell’impianto Sabbioncello di Quingentole, oltre alla realizzazione di un ponte ciclopedonale sul Canale di Sermide, co-finanziato dall’Amministrazione comunale.” La zona del Basso Mantovano, infatti, è strategica perché rappresenta l’elemento di monte – in senso idraulico, trattandosi di un territorio interamente di pianura – del bacino Burana-Volano, un’ampia zona di 300.000 ettari nella quale vivono quasi 500mila abitanti, che ricade tra Mantova, Modena e Ferrara. L’acqua di pioggia in eccesso del mantovano confluisce alla Botte Napoleonica e, da qui, viene indirizzata verso il ferrarese. Nel Bacino, poi, incidono attività cardine dell’economia agricola (e industriale) italiana: tra le coltivazioni pomodori, meloni, cocomeri, peri, vigneti, ma anche mais, sorgo ed erba medica per i tanti allevamenti della zona. E tutti si “nutrono” dell’acqua irrigua dei canali di bonifica. “In zona lombarda, inoltre – conclude Vincenzi – si stanno moltiplicando importanti interventi di piantumazione di fasce boscate, a testimonianza della crescente attenzione del mondo della bonifica all’ambiente. Dal 2001 abbiamo piantato lungo i canali di bonifica oltre 18.000 metri di filari, corrispondenti a 10.400 piante di essenze arboree ed arbustive autoctone (tra cui pioppi, querce, frassini, aceri, olmi, ontani, sanguinello, prugnoli, noccioli, pallon di maggio, ecc). Accanto a tante iniziative didattiche e culturali che abbiamo ampliato proprio negli ultimi anni grazie alla sensibilità degli Amministratori del territorio basso-mantovano che chiedono di essere resi partecipi. La mostra itinerante Aquae – Le bonifiche nell’Oltrepo’ mantovano dalla preistoria ad oggi ne è un esempio: dopo Mantova dal 7 novembre è approdata a Felonica dove sarà visitabile fino al 31 gennaio 2016. La risposta del Burana non si è fatta attendere: i tanti eventi degli ultimi anni nel mantovano sono stati il nostro modo per far conoscere il lavoro che svolgiamo e la rilevanza della zona dal punto di vista idraulico.” L’invito del Consorzio della Bonifica Burana è quello di partecipare al momento elettorale: dal 9 al 12 dicembre 2015. Tutti i consorziati, anche del basso mantovano, sono chiamati a scegliere chi li governerà dal 2016 al 2020. Per informazioni, tra cui seggi e modalità di voto, consultare lo speciale creato appositamente sul sito.
SPECIALE ELEZIONI 2015: www.consorzioburana.it
Foto: Chiavica Fossa Mozza, Comune di Sermide (Mn). Lavori di messa in sicurezza a seguito del sisma di maggio 2012