Roma, 14 ottobre 2015 – “Ormai dobbiamo aggiornare i dati: intervenire per riparare i danni costa 10 volte di più di quanto sarebbe necessario per  prevenirli. Dalle nostre elaborazioni si evidenzia che, in assenza di interventi strutturali, il fabbisogno per la salvaguardia idrogeologica è cresciuto, tra il 2014 e il 2015, di quasi il 5%.” Ad affermarlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue (ANBI), intervenuto alla sessione finale di “Blue Drop”, evento ospitato ad Expo Aquae Venezia.“In Italia, l’opinione pubblica ha scoperto colpevolmente in ritardo il dissesto idrogeologico ed ora non si può certo aspettare 20 anni per realizzare le opere idrauliche necessarie. I Consorzi di bonifica hanno un patrimonio di quasi 3.500 progetti, realizzati con fondi propri e  perlopiù immediatamente cantierabili, che vengono messi a disposizione del Paese attraverso il Piano per la Riduzione del Rischio Idrogeologico, perché solo un territorio sicuro da alluvioni ed allagamenti può essere appetibile agli investimenti. Serve inoltre la sollecita approvazione della legge  contro il consumo indiscriminato di suolo, perché in Italia si continuano a cementificare 668 ettari al giorno. Noi – conclude il Presidente ANBI – la nostra parte, come sempre, la stiamo già facendo e le nostre progettazioni già applicano le compatibilità ambientali previse dalle linee guida attualmente in fase di redazione. L’acqua deve essere solo una risorsa, non una minaccia.”