DIRETTIVA SUOLO: RAGGIUNTO ACCORDO A BRUXELLES. FRANCESCO VINCENZI – Presidente ANBI “IN ITALIA ANCORA ASPETTIAMO DA 12 ANNI UNA LEGGE CONTRO LA CEMENTIFICAZIONE DEL TERRITORIO”

Roma, 11 aprile 2025 – “In Italia il 47% del territorio è considerato degradato e tale percentuale raggiunge il 60% nel Vecchio Continente: è quindi importante che il Consiglio Europeo abbia raggiunto un accordo seppur provvisorio con l’EuroParlamento  su una direttiva, che determina i riferimenti per il monitoraggio del suolo, definendo anche principi per la riduzione del suo consumo con particolare attenzione all’impermeabilizzazione, vale a dire la cementificazione. In Italia, la proposta di legge contro l’indiscriminato consumo di territorio giace nei meandri parlamentari dal 2013, quando premier era Mario Monti…”: a ricordarlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

Suoli sani sono alla base della buona alimentazione; la terra ospita oltre il 25% della biodiversità e costituisce la più grande riserva di carbonio del Pianeta.

“Non solo – aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Un terreno organicamente vivo trattiene maggiormente le acque di pioggia, garantendone la filtrazione nel sottosuolo e riducendo il rischio idrogeologico. Per questo, i Consorzi di bonifica ed irrigazione sono coinvolti e talvolta promotori in progetti sperimentali per la rigenerazione delle campagne attraverso una diversa gestione agronomica e sistemazione dei terreni.”

L’accordo provvisorio europeo, che ora inizia l’iter per la sua definitiva approvazione, mantiene l’obbiettivo ambizioso, ma non vincolante, di raggiungere suoli sani entro il 2050.

“Importante – conclude Vincenzi – è non solo che Consiglio e Parlamento europei abbiano convenuto sulla necessità di realizzare una metodologia comune di monitoraggio in tutta la UE, ma anche di avviare controlli sui nuovi inquinanti, quali i PFAS, la cui presenza, come quella delle microplastiche, non solo pregiudica l’ambiente, ma nel nostro Paese ostacola l’utilizzo delle acque reflue in agricoltura.”