OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE. 

SORPRESA! SPRAZZI DI NORMALITA’ NELL’ITALIA DEL METEO (MA NON IN PUGLIA). FRANCESCO VINCENZI – Presidente ANBI “LE DIFFICOLTA’ NON SONO SUPERATE E DI FRONTE A SEGNALI INCORAGGIANTI BISOGNA ESSERE FORMICHE NON CICALE”

Roma, 27 febbraio 2025 – Regioni del Sud Italia, che mostrano evidenti segni di ripresa (soprattutto Sicilia e Basilicata) ed altre (in primis, la Puglia), dove il recupero idrico risulta ancora problematico: è questo il principale “trend” segnalato dal report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche.

A livello globale, il mese di febbraio è risultato meno caldo di quello del 2024, mentre le temperature degli oceani continuano a registrare anomalie positive, inferiori solamente a quelle eccezionali dello scorso anno (ora segnano +0,42° sulla media, mentre nel 2024 erano a +0,57°); in larga parte del mar Mediterraneo l’acqua permane più calda del normale da 1 a 2 gradi (fonte: Copernicus).

In Sicilia si consolida la ripresa idrica, grazie ad abbondanti piogge cadute dall’inizio dell’ anno su molta parte dell’isola: a metà Febbraio gli invasi trattenevano oltre 327 milioni di metri cubi d’acqua, cioè ben 32 milioni in più, rispetto a quanto rilevato una settimana prima. Emblema dell’ auspicata ripresa può essere indicata la diga Ancipa, già oggetto di una “guerra dell’acqua” tra le  Province di Caltanissetta ed Enna e che ora, invece, trattiene oltre 24 milioni di metri cubi, cioè solo circa 6 milioni meno del volume di riempimento autorizzato (mln.30,41). Sulla provincia di Palermo, il mese di gennaio è stato mediamente più piovoso del 34%  con punte di +134% e diversi comuni con oltre il doppio della pioggia, che normalmente cade sulla zona (a Monreale, + 167% dal 1 Settembre, inizio dell’anno idrologico). Sul Siracusano, nel 2025, è finora caduto il 229% di pioggia in più del consueto (!!!), ripianando l’importante deficit pluviometrico: nel Capoluogo dal 1 Settembre si sono registrati mm. 788 contro i mm. 308 segnalati nell’intero, scorso anno idrologico. Al 31 Gennaio, alcuni territori del Trapanese (-27% a Cammarata) e del Ragusano (-32% sul capoluogo) risultavano ancora in deficit pluviometrico, ma la situazione è radicalmente cambiata, grazie alle abbondanti piogge dei primi 20 giorni di Febbraio (in molti casi, le cumulate hanno superato mm.100). Da record è il caso del comune di Pedara, nel Catanese, dove da inizio 2025 è caduto oltre mezzo metro d’acqua piovana (fonte: SIAS).

In Basilicata, le dighe hanno trattenuto, in una settimana, altri 4.720.000 metri cubi d’acqua, riducendo ulteriormente il deficit idrico sul 2024 (oggi -mln. mc. 42,42).

“L’auspicio ora è che si ottimizzi l’utilizzo di questi tesoretti idrici, anche attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture” commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

In Puglia resta grave la carenza idrica della Capitanata: – mln. mc.83,67 rispetto al 2024. Ora gli invasi contengono mln. mc. 76,27 corrispondenti al 23% dei volumi invasabili; in 2 mesi e mezzo hanno recuperato solo 43 milioni di metri cubi, cioè 1/3 dei volumi affluiti, nello stesso lasso di tempo, negli invasi lucani.

“Di fronte all’evidente localizzazione degli eventi atmosferici è indispensabile che si superino anacronistici egoismi, raggiungendo accordi sovraregionali per garantire ad ogni territorio il fabbisogno idrico, sufficiente non solo a dissetare le popolazioni, ma a permettere il mantenimento dell’agricoltura, che produce cibo e che fa della sua eccellenza qualitativa, uno dei brand del made in Italy nel mondo” aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.

In Campania prosegue il calo nei livelli idrometrici dei fiumi e che in alcuni casi sono inferiori a quelli del quinquennio scorso (Volturno, Sele e Garigliano).

In Abruzzo, le finora scarse precipitazioni del 2025 (a Gennaio, si sono registrati deficit pluviometrici su ogni provincia e l’Aquilano ha segnato -50% circa) stanno acuendo alcune criticità già riscontrate l’anno scorso: tra l’Alto Sangro e la Valle Peligna, la sorgente Gizio ha fatto registrare portate azzerate; in calo sono i livelli idrometrici dei fiumi Sinello ed Alento, mentre stabile è il Sangro. L’invaso di Penne in 20 giorni ha però raccolto oltre 1, 24 milioni di metri cubi d’acqua, arrivando così a trattenere mln. mc. 4,45. A Campo Imperatore, il manto nevoso supera i 50 centimetri, mentre raggiunge quasi cm.120 sul versante Nord-Orientale della Majella.

Nel Lazio, i livelli nei laghi dei Castelli Romani sono in una fase di stallo dopo i lievi incrementi della scorsa settimana: quello di Nemi è fermo ad un’altezza idrometrica di -34 centimetri (- cm.28 sullo scorso anno), mentre il bacino di  Albano è ben 40 centimetri inferiore a Febbraio 2024. I fiumi tornano a decrescere, scendendo ampiamente sotto la media mensile: il Tevere ha una portata (mc/s 97,23), che è inferiore del 37% al già scarso flusso medio mensile del recente quinquennio (fonte: AUBAC).

In Umbria risale l’altezza idrometrica del lago Trasimeno, che guadagna 3 centimetri, raggiungendo -m.1,40, vale a dire, però, ancora 20 centimetri sotto il livello minimo vitale; vanno riducendosi invece i flussi nei fiumi Chiascio, Topino e Paglia.

Nelle Marche sono decrescenti i livelli nei fiumi Potenza, Esino e Sentino, mentre cresce l’altezza idrometrica del Tronto (+cm. 20 rispetto alla settimana scorsa); gli invasi guadagnano 1,66 milioni di metri cubi d’acqua in una settimana.

In Toscana sono in crescita le portate dei fiumi Serchio, Arno ed Ombrone; in calo è la Sieve.

In Liguria sono in crescita i flussi nei fiumi levantini Magra, Entella, Vara, mentre registra una contrazione l’Argentina a ponente.

Su alcune vette appenniniche la neve è piuttosto abbondante e superiore a quanta ve ne fosse un anno fa, quando la dorsale si presentava totalmente brulla; un importante deficit nivale si registra invece sull’arco alpino, fatta eccezione per la Valle d’Aosta, dove comunque il manto nevoso va assottigliandosi anche sulle cime più alte: sulle Grandes Murailles, il “bianco spessore” è ai livelli più bassi da un mese a questa parte.

Nel bacino del Po si registrano fisiologici cali dei livelli idrometriciche non vanno però ad intaccare le abbondanti riserve idriche, accumulate nella stagione autunno-vernina. I flussi in alveo nel “Grande Fiume” tornano sotto media lungo tutta l’asta: a Pontelagoscuro, nel Ferrarese, si registra -8,70%.

Al Nord si sta registrando un abbassamento di livello nei laghi, che restano comunque al di sopra delle altezze consuete del periodo: Maggiore è all’86,5% di riempimento, Lario al 52,9%, Sebino al 69,3%, Benaco al 95%.

In Piemonte sono in calo le portate dei fiumi Tanaro, Stura di Demonte e Toce.

In Lombardia, la neve in quota è piuttosto scarsa (-24,5% sulla media), anche se superiore allo scorso anno (+15%). L’ammontare delle riserve idriche si aggira attualmente sui 3187 milioni di metri cubi, cioè quasi il 9% sotto la media.

Segno meno anche per i corsi d’acqua nel Veneto dove, ad eccezione di Piave ed Adige, mantengono portate più scarse del normale Muson dei Sassi -65,89%; Brenta -43,43%; Bacchiglione -33,37%, Livenza -27,7% (fonte: ARPAV).

Decrescenti e sotto media sono, infine, anche alcuni fiumi dell’Emilia-Romagna: su tutti, Savio (circa – 30% sulla media) ad Est e Taro ad Ovest; ancora sovrabbondanti sono i flussi in alveo della Secchia (+244% sulla media e quasi doppi rispetto al 2024).