ANBI: IL COMPLETAMENTO DELLO SCHEMA IDRICO DALLA DIGA CAMPANA DI CAMPOLATTARO. E’ UN SUCCESSO PER L’INTERO PAESE MA NON DEVE RIMANERE UN CASO ISOLATO. SERVE UN PIANO NAZIONALE DI EFFICIENTAMENTO DELLE OPERE IDRAULICHE SONO ALMENO 16 LE OPERE INCOMPLETE LUNGO LA PENISOLA

Roma, 19 febbraio 2025 – “L’avvio dei lavori per le opere di derivazione della diga di Campolattaro, in provincia di Benevento, è un importante segnale nazionale, perché rappresenta il completamento della più grande infrastruttura idrica incompiuta del Paese; ne va dato merito alla volontà politica del Ministro, Matteo Salvini ed alla concretezza operativa del Commissario Straordinario di Governo, Attilio Toscano, unitamente all’impegno del Ministero di Infrastrutture e Trasporti e della Regione Campania”: a dichiararlo è Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI.

I lavori per la diga di Campolattaro sul fiume Tammaro iniziarono nel 1981 e furono terminati nel 1993 con un costo complessivo di circa 270 miliardi di lire. Il riempimento progressivo  del bacino (capacità complessiva: 109 milioni di metri cubi) iniziò, però, solo nel 2006 a causa di problemi sull’individuazione del soggetto gestore dell’impianto (oggi è l’ASEA – Agenzia Sannita Energia Ambiente) e per il verificarsi di un’importante frana registrata sul versante destro della diga.

Ora si apre una nuova fase, grazie ad un finanziamento complessivo di oltre 700 milioni di euro (mln. 540 da M.I.T.): in particolare, è stata avviata la realizzazione della galleria di derivazione, che trasferirà le acque dall’invaso all’impianto di potabilizzazione ed alla centrale idroelettrica, che saranno realizzati a valle dello sbarramento, garantendo sicurezza d’approvvigionamento idrico a scopo idropotabile, irriguo ed energetico per un ampio territorio campano.

“E’ un intervento, cui va riservata un’eco nazionale, perché si posiziona nel solco di quel richiesto efficientamento dell’esistente, che deve accompagnare l’avvio di un piano infrastrutturale, fatto di nuovi invasi e schemi idrici, capaci di trattenere acqua sul territorio e trasportarla laddove ce ne sia bisogno” aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

Il Piano ANBI di Efficientamento della Rete Idraulica individuò 16 opere incomplete lungo la Penisola (4 al Nord, 6 al Centro ed altrettante nel Sud Italia) la cui piena operatività aumenterebbe la disponibilità idrica del Paese di oltre 96 milioni di metri cubi; l’investimento era preventivato in circa 452 milioni di euro capaci di attivare quasi 2.300 posti di lavoro.