Milano EXPO, 20 giugno 2015 – “Un ettaro irrigato incrementa di 6 volte il proprio valore produttivo, arrivando all’82% in più, se è coltivato ad orticole: è questo l’interesse, che l’irrigazione riveste per l’Italia e che deve essere difeso, evitando letture controproducenti della Direttiva Quadro europea sulle Acque.”
Lo afferma Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio e Acque Irrigue (ANBI), intervenuto al convegno “L’agricoltura come settore strategico per la tutela delle risorse idriche nel bacino del Mediterraneo” organizzato dal Ministero Politiche Agricole Alimentari Forestali nell’ambito di Expo Milano, presente anche Josefine Loriz Hoffmann in rappresentanza della Commissione Europea.
“E’ necessario – prosegue il Direttore Generale ANBI – contrastare quella cultura dell’impronta idrica indirizzata solo contro l’agricoltura, ma che evita di indicare quanta acqua serve a realizzare un tablet o una t-shirt. Senza considerare inoltre che l’acqua irrigua è per l’80% attinta da corsi d’acqua superficiali e che viene restituita al ciclo biologico, attraverso il percolamento nelle falde idriche, addirittura qualitativamente migliore di come viene prelevata. E’ l’affermazione di questo valore ambientale dell’irrigazione, unitamente a quelli paesaggistici e idroelettrici, che deve vedere un fronte compatto dei Paesi agricoli mediterranei per contrastare le lobbies nord-europee. Non solo: è il momento di dire che 300 milioni di euro per il Piano Irriguo Nazionale da qui al 2023 sono assolutamente insufficienti. La parola ora – conclude Gargano – è alla politica: come Consorzi di bonifica stiamo facendo la nostra parte, testimoniata anche dal sistema irriguo “esperto” Irriframe che, ad oggi, ci permette di risparmiare mezzo milione di metri cubi d’acqua all’anno. E’ questa costante ricerca nell’ottimizzazione d’uso della risorsa idrica, unitamente al miglioramento delle pratiche agronomiche, che oggi permette al Mi.P.A.A.F. di affermare che l’acqua irrigua rappresenta in Italia il 30% del fabbisogno idrico contro la media del 35% in Europa e del 70% a livello planetario.”
Lo afferma Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio e Acque Irrigue (ANBI), intervenuto al convegno “L’agricoltura come settore strategico per la tutela delle risorse idriche nel bacino del Mediterraneo” organizzato dal Ministero Politiche Agricole Alimentari Forestali nell’ambito di Expo Milano, presente anche Josefine Loriz Hoffmann in rappresentanza della Commissione Europea.
“E’ necessario – prosegue il Direttore Generale ANBI – contrastare quella cultura dell’impronta idrica indirizzata solo contro l’agricoltura, ma che evita di indicare quanta acqua serve a realizzare un tablet o una t-shirt. Senza considerare inoltre che l’acqua irrigua è per l’80% attinta da corsi d’acqua superficiali e che viene restituita al ciclo biologico, attraverso il percolamento nelle falde idriche, addirittura qualitativamente migliore di come viene prelevata. E’ l’affermazione di questo valore ambientale dell’irrigazione, unitamente a quelli paesaggistici e idroelettrici, che deve vedere un fronte compatto dei Paesi agricoli mediterranei per contrastare le lobbies nord-europee. Non solo: è il momento di dire che 300 milioni di euro per il Piano Irriguo Nazionale da qui al 2023 sono assolutamente insufficienti. La parola ora – conclude Gargano – è alla politica: come Consorzi di bonifica stiamo facendo la nostra parte, testimoniata anche dal sistema irriguo “esperto” Irriframe che, ad oggi, ci permette di risparmiare mezzo milione di metri cubi d’acqua all’anno. E’ questa costante ricerca nell’ottimizzazione d’uso della risorsa idrica, unitamente al miglioramento delle pratiche agronomiche, che oggi permette al Mi.P.A.A.F. di affermare che l’acqua irrigua rappresenta in Italia il 30% del fabbisogno idrico contro la media del 35% in Europa e del 70% a livello planetario.”