IL CASO POTENZA. ANBI: DI FRONTE ALLA CRISI CLIMATICA E’ INDISPENSABILE EFFICIENTARE L’ESISTENTE. FRANCESCO VINCENZI, Presidente ANBI “BISOGNA FINANZIARE UN PIANO STRAORDINARIO DI MANUTENZIONE DEL TERRITORIO”
Roma, 25 novembre 2024 – L’emergenza idrica, che sta colpendo 29 comuni (tra cui Potenza) della Basilicata, dove circa 140.000 cittadini vivono da mesi con l’acqua potabile razionata a causa dell’esaurimento del bacino del Camastra (vi restano solo 500.000 metri cubi d’acqua, di cui 200.000 inutilizzabili, perché fangosi) ripropone con forza il tema della manutenzione degli invasi.
“Abbiamo plaudito al varo del Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico, perché portatore di una nuova logica programmatoria, ora però bisogna finanziarlo” evidenzia Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e della Acque Irrigue (ANBI).
Secondo i dati ANBI, in Italia almeno 90 bacini abbisognano di un’importante pulizia del fondo ostruito dai sedimi, depositatisi negli anni; la capacità complessiva è di 697.775.190 metri cubi, ma per oltre il 10% (mc. 72.439.993) è occupato da detriti. Il costo totale, stimato per gli interventi, è di quasi 291 milioni di euro, capaci di garantire però oltre 1400 posti di lavoro.
Altro problema sul tappeto è la riduzione di riempimento, dovuta all’assenza del collaudo (la capienza del Camastra è stata ridotta da 18 a 7 milioni di metri cubi) o addirittura il mancato completamento dei bacini: questi ultimi, secondo ANBI, lungo la Penisola sono 16 che, in piena efficienza, arricchirebbero le riserve idriche del Paese per una capienza di oltre 96 milioni di metri cubi; l’investimento necessario a completare tali invasi è di quasi 452 milioni di euro, in grado di assicurare oltre 2.250 posti di lavoro.
I dati dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche segnalano che il 2023, generoso di pioggia con le regioni del Sud fino all’autunno, era addirittura iniziato con un mese particolarmente piovoso: l’invaso del Camastra raccolse in soli 4 giorni, dal 17 al 20 Gennaio, ben 9,27 milioni di metri cubi d’acqua, ma oltre 8 milioni e mezzo vennero rilasciati a mare, corrispondenti esattamente ai volumi finora erogati da metà Giugno 2024 ai cittadini della provincia potentina ed a quelli degli altri due comuni materani, dipendenti dalla diga. Ciò significa che una diversa gestione idrica avrebbe quantomeno lenito la grave crisi idrica del territorio, sicuramente accentuata dagli insufficienti apporti pluviali, che da oltre un anno caratterizzano l’andamento meteo sul Meridione d’Italia.
“Il nuovo quadro climatico, che si sta consolidando sull’Italia, prevede fenomeni meteorologici concentrati nel tempo e nello spazio – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Per aumentare la resilienza dei territori è necessario, quindi, non solo realizzare nuove infrastrutture idrauliche, ma collegare le reti esistenti, evitando casi come quello lucano Basento-Agri-Camastra attualmente isolato dagli altri schemi idrici della regione. Non va, infatti, dimenticato che, accanto al disagio per gli abitanti, ci sono i gravi danni causati dalla siccità all’agricoltura, che produce cibo.”