APPENNINO REGGIANO (13 marzo 2015) – Grazie al Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale è stata migliorata la fruibilità del “Sentiero Matilde”, che fa parte dei percorsi turistico culturali valorizzati dal progetto di cooperazione “Cammini d’Europa”, rete culturale di storia, cultura e turismo.
Il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, in convenzione con il Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano, ha progettato e realizzato interventi di messa in sicurezza e sistemazione di questo importante percorso in terra reggiana, utilizzando risorse dell’Asse 4 del Piano Regionale di Sviluppo Rurale.
“Un sentiero che attraversa la provincia reggiana da Nord a Sud nei territori che furono della Contessa Matilde, – spiega Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – percorso che coniuga le ricchezze ambientali e le testimonianze storiche”.
“Stiamo parlando di un vero ‘Cammino d’Europa’ – dichiara Luciano Correggi, presidente del Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano – perché il Sentiero Matilde segue in territorio reggiano l’antico percorso alto medievale, che dallo sbocco dell’Enza, portava nel cuore del dominio dei Canossa, ai castelli di Rossena, Canossa, Sarzano, Carpineti, fino a Toano e si dirigeva verso il crinale al Passo di San Pellegrino in Alpe, attraverso la turrita ‘via delle Scalelle’, per poi scendere verso i possedimenti toscani, verso la via del Volto Santo, verso Lucca e poi a Roma. L’itinerario permette di scoprire sia l’antico sistema di comunicazione, che quello difensivo, basato su castelli e case torri (Cavandola, Monchio, Sorchio e Riana sono tutte inserite nel percorso), ma anche le suggestioni di un territorio limitrofo (e collegato dalla sentieristica Cai) ancora integro, come le antiche sorgenti solforose di Quara, il ponte a schiena d’asino di Cadignano e i gessi del Secchia”.
“La messa in sicurezza e il miglioramento dell’antico ‘Sentiero Matilde’ che la bonifica ha realizzato con imprenditoria locale – aggiunge Zani – ha consentito al sentiero di entrare a far parte di ‘Cammini d’Europa’, il circuito internazionale di valorizzazione turistica integrata di itinerari culturali e di pellegrinaggio”.
“Gli interventi – spiega Angela Tincani, direttore dei lavori per il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – hanno riguardato l’aggiornamento e l’incremento della segnaletica turistica attraverso la sostituzione delle tabelle informative lungo il percorso. Si è proceduto quindi alla tabellazione di nuovi percorsi che si integrano al ‘Sentiero Matilde’, come, ad esempio la variante di Marola. È stata inoltre assicurata la messa in sicurezza e il miglioramento del percorso attraverso la sistemazione di manufatti esistenti. Sono state quindi riaperte le parti di sentiero abbandonate grazie alle opere di miglioramento della percorribilità dello stesso”.
“Per conseguire gli obiettivi di sicurezza – prosegue la Tincani – sono stati adottati accorgimenti tecnici che vanno dall’allargamento del sentiero in punti particolarmente pericolosi come nei pressi della Torre dell’Amorotto a Civago, alla realizzazione di scalinate in legno in tratti molto ripidi e scivolosi come a Cavola e Castel Pizigolo, sino alla dotazione di dispositivi antiscivolamento nelle passerelle lungo il Torrente Tresinaro. Le opere, svolte in aree disagiate e molto distanti tra loro, hanno contribuito al miglioramento della fruibilità dell’intero percorso”.
I lavori sono terminati nel 2014 e sono stati finanziati utilizzando risorse comunitarie dell’Asse 4 del Piano Regionale di Sviluppo Rurale. La realizzazione del progetto è stata possibile anche grazie alla collaborazione con il Settore Turismo della Provincia di Reggio Emilia e i comuni interessati.
Il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, in convenzione con il Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano, ha progettato e realizzato interventi di messa in sicurezza e sistemazione di questo importante percorso in terra reggiana, utilizzando risorse dell’Asse 4 del Piano Regionale di Sviluppo Rurale.
“Un sentiero che attraversa la provincia reggiana da Nord a Sud nei territori che furono della Contessa Matilde, – spiega Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – percorso che coniuga le ricchezze ambientali e le testimonianze storiche”.
“Stiamo parlando di un vero ‘Cammino d’Europa’ – dichiara Luciano Correggi, presidente del Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano – perché il Sentiero Matilde segue in territorio reggiano l’antico percorso alto medievale, che dallo sbocco dell’Enza, portava nel cuore del dominio dei Canossa, ai castelli di Rossena, Canossa, Sarzano, Carpineti, fino a Toano e si dirigeva verso il crinale al Passo di San Pellegrino in Alpe, attraverso la turrita ‘via delle Scalelle’, per poi scendere verso i possedimenti toscani, verso la via del Volto Santo, verso Lucca e poi a Roma. L’itinerario permette di scoprire sia l’antico sistema di comunicazione, che quello difensivo, basato su castelli e case torri (Cavandola, Monchio, Sorchio e Riana sono tutte inserite nel percorso), ma anche le suggestioni di un territorio limitrofo (e collegato dalla sentieristica Cai) ancora integro, come le antiche sorgenti solforose di Quara, il ponte a schiena d’asino di Cadignano e i gessi del Secchia”.
“La messa in sicurezza e il miglioramento dell’antico ‘Sentiero Matilde’ che la bonifica ha realizzato con imprenditoria locale – aggiunge Zani – ha consentito al sentiero di entrare a far parte di ‘Cammini d’Europa’, il circuito internazionale di valorizzazione turistica integrata di itinerari culturali e di pellegrinaggio”.
“Gli interventi – spiega Angela Tincani, direttore dei lavori per il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – hanno riguardato l’aggiornamento e l’incremento della segnaletica turistica attraverso la sostituzione delle tabelle informative lungo il percorso. Si è proceduto quindi alla tabellazione di nuovi percorsi che si integrano al ‘Sentiero Matilde’, come, ad esempio la variante di Marola. È stata inoltre assicurata la messa in sicurezza e il miglioramento del percorso attraverso la sistemazione di manufatti esistenti. Sono state quindi riaperte le parti di sentiero abbandonate grazie alle opere di miglioramento della percorribilità dello stesso”.
“Per conseguire gli obiettivi di sicurezza – prosegue la Tincani – sono stati adottati accorgimenti tecnici che vanno dall’allargamento del sentiero in punti particolarmente pericolosi come nei pressi della Torre dell’Amorotto a Civago, alla realizzazione di scalinate in legno in tratti molto ripidi e scivolosi come a Cavola e Castel Pizigolo, sino alla dotazione di dispositivi antiscivolamento nelle passerelle lungo il Torrente Tresinaro. Le opere, svolte in aree disagiate e molto distanti tra loro, hanno contribuito al miglioramento della fruibilità dell’intero percorso”.
I lavori sono terminati nel 2014 e sono stati finanziati utilizzando risorse comunitarie dell’Asse 4 del Piano Regionale di Sviluppo Rurale. La realizzazione del progetto è stata possibile anche grazie alla collaborazione con il Settore Turismo della Provincia di Reggio Emilia e i comuni interessati.