Ferrara, 3 marzo 2015 – La ripresa delle ricerche esplorative e di possibili sfruttamenti di idrocarburi nel perimetro del comprensorio consortile preoccupano per l’impatto che queste attività possono avere in un territorio caratterizzato da una storica forte subsidenza, sia di carattere naturale che antropica in seguito all’ingente estrazione di gas avvenuta negli anni ’50 e continuata per lungo tempo con il conseguente aggravamento delle situazioni di rischio idraulico tipiche di un territorio posto sotto il livello del mare.
Il Comitato Amministrativo del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, nella seduta dell’11 febbraio u.s., ha espresso la propria contrarietà e ha confermato quanto stabilito all’unanimità dal Consiglio di Amministrazione consortile, organo dove sono presenti le rappresentanze delle categorie produttive ed associative del territorio unitamente alla parte pubblica (vedasi Deliberazione n. 15 del 23 maggio 2011).
Si evidenzia che la subsidenza presente nella provincia di Ferrara e Rovigo ha tutt’ora pesanti effetti sull’onerosità della gestione e sull’attività complessiva della bonifica, costantemente impegnata a tutela di persone e beni.
Il Comitato Amministrativo del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, nella seduta dell’11 febbraio u.s., ha espresso la propria contrarietà e ha confermato quanto stabilito all’unanimità dal Consiglio di Amministrazione consortile, organo dove sono presenti le rappresentanze delle categorie produttive ed associative del territorio unitamente alla parte pubblica (vedasi Deliberazione n. 15 del 23 maggio 2011).
Si evidenzia che la subsidenza presente nella provincia di Ferrara e Rovigo ha tutt’ora pesanti effetti sull’onerosità della gestione e sull’attività complessiva della bonifica, costantemente impegnata a tutela di persone e beni.