La community regionale di Acqua Campus CER-ANBI, riunita a Cesena nella sede del Gruppo Orogel, esamina le nuove opportunità offerte dal riuso della risorsa affinata: emerge la necessità di integrare la soluzione ad una rete di invasi capaci di conservare l’acqua per utilizzarla quando serve
Bologna, 27 Marzo 2024 – Una community propositiva, alla costante ricerca delle migliori soluzioni praticabili per consentire al mondo agricolo e non solo di adottare le strategie più avanzate nel segno della sostenibilità produttiva e nel massimo rispetto delle risorse disponibili. È questa, in sostanza, la ratio che, grazie al progetto finanziato dalla Regione Emilia-Romagna (bando PSR 2014-2020, misura 1.2.01.) permette ora ad enti gestori della risorsa idrica – ed in particolare ai Consorzi di Bonifica e ai numerosi portatori di interesse – di approfondire periodicamente le innovazioni tecnico-agronomiche in grado di favorire l’impiego dei processi produttivi più virtuosi e resilienti. Al centro del workshop Focus Acqua Day – che si è tenuto oggi presso la sede del Gruppo Orogel a Cesena – si sono esaminate tutte le prospettive offerte dalla possibilità di “Riuso delle acque reflue: opportunità di irrigazione e fertirrigazione e le nuove tecnologie per le aziende agricole”. Dopo l’introduzione al tema da parte di Raffaella Zucaro, direttrice generale del CER che coordina i laboratori agronomici di Acqua Campus e del patron Bruno Piraccini, presidente di Orogel, si è analizzato il quadro normativo relativo al riuso grazie a Marianna Ferrigno del Crea e, parallelamente, i risultati positivi in termini di sicurezza e salubrità della risorsa depurata comunicati, come esito delle ricerche effettuate, dal professor Attilio Toscano di Unibo e dal suo staff; poi, in rassegna, sono passati i modelli sostenibili di reimpiego grazie ai case history presentati da Leonardo Giorgi del locale Consorzio della Romagna; da Stefano Anconelli (progetto Rephyt) del CER; e da Giuseppe Giardina di Irritec. Subito dopo, spazio alla filiera dell’acqua, con protagonisti Coldiretti (Sarah Magrini), Confagricoltura (Carlo Carli), CIA (Riccardo Evangelisti) e due tra le realtà imprenditoriali più importanti del territorio romagnolo come Orogel (Silver Giorgini) e Caviro (Silvia Buzzi). Dalla tavola rotonda, moderata dal giornalista Andrea Gavazzoli, è chiaramente emerso un monito rilevante ovvero che le esperienze di riuso delle acque depurate rappresentano in prospettiva, senza dubbio, una soluzione integrativa praticabile se naturalmente, dall’impiego che ne consegue, possano costantemente essere garantiti i massimi livelli di sicurezza e salubrità per le colture di eccellenza prodotte in Emilia-Romagna. Ma oltre a questo, come ribadito nelle conclusioni dal presidente del CER, Nicola Dalmonte, occorre e con tempi proporzionali alle attuali esigenze (sicuramente più impellenti, visti i repentini mutamenti del clima in atto) realizzare un asset di invasi e laghetti in grado di trattenere la risorsa idrica quando presente e rilasciarla durante i periodi di maggiore carenza e stress delle colture. L’annus horribilis 2022, il più siccitoso di sempre, è infatti sempre molto vivo nella memoria di agricoltori e produttori e affinché non si verifichi ancora è fondamentale agire per tempo migliorando la capacità di adattamento delle colture senza dover rinunciare a rese e sviluppo.