FRANCESCO VINCENZI, Presidente ANBI “ORA PIU’ CHE MAI È L’ESEMPIO DELLA NECESSITA’ DI INFRASTRUTTURE IDRAULICHE PER DARE CERTEZZE ALL’AGRICOLTURA DI FRONTE ALLA CRISI CLIMATICA”
Roma, 25 marzo 2024 – Seppur con una portata modesta, poco dopo la mezzanotte tra venerdì 22 e sabato 23 Marzo è iniziato lo sfioro degli scarichi di superficie (scivoli) della diga del Molato in Alta Val Tidone, nel Piacentino.
Nonostante non ci siano state ulteriori precipitazioni dopo quelle di metà mese, gli apporti idrici hanno consentito un sufficiente flusso d’acqua in ingresso da monte e quindi il raggiungimento della quota di sfioro a circa 354 metri sul livello del mare (s.l.m.) con volume di poco superiore a 8 milioni di metri cubi.
Lo sfioro, che è una delle fasi della procedura controllata e costantemente monitorata, continuerà almeno per una decina di giorni e varierà di portata sulla base della quantità d’acqua in ingresso.
La procedura di collaudo, iniziata lunedì 18 Marzo scorso, prevede il completo riempimento dell’invaso della diga del Molato, passando dall’attuale quota idrica autorizzata di m. 353,70 s.l.m. (volume di circa 7,6 milioni di metri cubi d’acqua) a m. 354,40 metri s.l.m. (circa 8,06 milioni di metri cubi).
Il motivo, per cui la diga necessita di un secondo collaudo dopo quello effettuato quasi cento anni fa alla sua entrata in funzione, è la certificazione dell’opera a seguito di importanti manutenzioni straordinarie. I controlli dell’opera sono comunque costanti per mantenere la diga sicura ed efficiente: alcuni sono giornalieri, altri mensili, altri semestrali. A ciò si aggiungono i sopralluoghi dei tecnici del Ministero delle Infrastrutture; continue sono anche le manutenzioni ordinarie dell’opera.
“L’azione in atto alla diga del Molato è l’esempio dell’importanza di due aspetti, per i quali abbiamo proposto da anni specifici piani d’intervento, interessanti l’intera Penisola: la necessità di invasi multifunzionali a servizio del territorio ed il bisogno di manutenzione per la rete idraulica esistente” commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e della Acque Irrigue (ANBI).
Per quanto riguarda la sicurezza idraulica di valle, anche durante l’attuale fase di sfioro, viene rispettata quella, che è la regola aurea delle dighe: mai rilasciare più acqua di quella che entra. Nell’alveo di valle passa quindi la stessa portata, che si ha in ingresso nel bacino.
La diga del Molato è un elemento fondamentale per la conservazione e la distribuzione della risorsa idrica per il settore agricolo ed agroalimentare, che è il primo beneficiario dell’acqua immagazzinata ogni anno dall’autunno alla primavera per essere utilizzata in estate a fini irrigui. È poi un’opera importante per la produzione di energia idroelettrica ed in generale per lo sviluppo delle condizioni socio-economiche dell’ambito territoriale e per la valorizzazione turistica dell’intera vallata.
“Come noto – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – in Italia solo l’11% dell’acqua piovana viene trattenuta e non lasciata defluire in mare, diventando salata, quindi inutilizzabile a fini irrigui e idropotabili; la diga del Molato è dunque un buon esempio di riscatto per il territorio di valle, cui è consentita un’agricoltura fiorente il cui sviluppo, senza l’apporto idrico da monte, non sarebbe possibile.”