MANTOVA 5 dicembre 2014 – Il Po torna a salire. E preoccupa la situazione in Destra del Grande Fiume. Dove opera il Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po e in queste ore si fa il punto della situazione.
“Il passaggio di una piena, come l’ultima di novembre, è un fatto che ci impegna su diversi fronti – dichiara Ada Giorgi, presidente del Consorzio di Bonifica Terre di Gonzaga in destra Po –, da un lato abbiamo provveduto in diversi modi a garantire la sicurezza del comprensorio, nel rispetto del territorio, dall’altro abbiamo chiesto l’ammodernamento delle opere di difesa. Se il fiume tonerà a salire ci ripeteremo. E’ chiaro che la mancanza di allagamenti nei Comuni è un segnale importante di efficienza: ma sull’ammodernamento degli impianti occorre essere vigili e previdenti per il futuro”.
“È stata assicurata – spiega Raffaele Monica, direttore del Consorzio di Bonifica Terre di Gonzaga in Destra Po – una sorveglianza di 24 ore su 24 nel punto critico di Botte San Siro a foce Secchia, oltre alla vigilanza costante agli impianti di Moglia di Sermide. Sono quindi state regolate le quote massime del collettore Ex Agro Mantovano-Reggiano, a San Siro, per ridurre al minimo possibile la spinta idraulica fra il Secchia ed il canale”.
“Tra le attività svolte in emergenza – prosegue il direttore – possiamo segnalare anche il bilanciamento delle spinte idrauliche all’impianto idrovoro Agro di Sermide, con l’azionamento ripetuto delle rispettive idrovore”.
“Ricordiamo, inoltre, la ‘panconatura’ a rinforzo della chiavica emissaria Agro a Sermide: tale protezione estrema è stata effettuata con otto pannelli d’acciaio da tre pezzi ciascuno, dell’altezza complessiva di 12 metri, calati in apposite fessure a chiusura delle condotte di scarico in Po”.
Per quanto riguarda il pericolo infiltrazioni?
“In quel caso conta la sorveglianza – risponde Monica – per essere tempestivi se le cose dovessero precipitare. Come effettuato per giorni alla Botte Bentivoglio sotto il Crostolo in corrispondenza di una antica derivazione irrigua che durante la piena del 1994 aveva dato enormi preoccupazioni, ed anche nel caso dei fontanazzi di Torricella, in comune di Motteggiana”.
E come si lavora assieme in questa situazione?
“Da rilevare – riprende la presidente Giorgi – che durante le piene di Po diversi nostri tecnici sono interpellati per ottenere pareri inerenti l’evolversi ed il controllo delle situazioni più critiche. Il Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po partecipa costantemente all’unità di crisi coordinata dalla Prefettura. Si sono inoltre mantenuti contatti importanti fra i funzionari con quasi tutte le protezioni civili del comprensorio, sia in sinistra che in destra Secchia, mantovane e reggiane, che hanno offerto collaborazione per la necessaria congiunta sorveglianza”.
Ragionate per bacino idrografico e non per confini amministravi, come si interviene in questo caso?
“Le manovre di scarico delle acque di drenaggio della falda particolarmente copiose a causa della piena di Po verso i canali del modenese, sono state possibili grazie ad accordi giornalieri con il Consorzio della Bonifica Burana”.
Quando la piena passerà?
“Siamo abituati a vivere con il rischio alluvione, ma alcune situazioni di criticità devono essere affrontate in tempi ragionevoli: su questa analisi abbiamo registrato completa adesione e fattiva collaborazione da parte della Prefettura e della Provincia, che ci stanno supportando nelle nostre richieste”.
“Il passaggio di una piena, come l’ultima di novembre, è un fatto che ci impegna su diversi fronti – dichiara Ada Giorgi, presidente del Consorzio di Bonifica Terre di Gonzaga in destra Po –, da un lato abbiamo provveduto in diversi modi a garantire la sicurezza del comprensorio, nel rispetto del territorio, dall’altro abbiamo chiesto l’ammodernamento delle opere di difesa. Se il fiume tonerà a salire ci ripeteremo. E’ chiaro che la mancanza di allagamenti nei Comuni è un segnale importante di efficienza: ma sull’ammodernamento degli impianti occorre essere vigili e previdenti per il futuro”.
“È stata assicurata – spiega Raffaele Monica, direttore del Consorzio di Bonifica Terre di Gonzaga in Destra Po – una sorveglianza di 24 ore su 24 nel punto critico di Botte San Siro a foce Secchia, oltre alla vigilanza costante agli impianti di Moglia di Sermide. Sono quindi state regolate le quote massime del collettore Ex Agro Mantovano-Reggiano, a San Siro, per ridurre al minimo possibile la spinta idraulica fra il Secchia ed il canale”.
“Tra le attività svolte in emergenza – prosegue il direttore – possiamo segnalare anche il bilanciamento delle spinte idrauliche all’impianto idrovoro Agro di Sermide, con l’azionamento ripetuto delle rispettive idrovore”.
“Ricordiamo, inoltre, la ‘panconatura’ a rinforzo della chiavica emissaria Agro a Sermide: tale protezione estrema è stata effettuata con otto pannelli d’acciaio da tre pezzi ciascuno, dell’altezza complessiva di 12 metri, calati in apposite fessure a chiusura delle condotte di scarico in Po”.
Per quanto riguarda il pericolo infiltrazioni?
“In quel caso conta la sorveglianza – risponde Monica – per essere tempestivi se le cose dovessero precipitare. Come effettuato per giorni alla Botte Bentivoglio sotto il Crostolo in corrispondenza di una antica derivazione irrigua che durante la piena del 1994 aveva dato enormi preoccupazioni, ed anche nel caso dei fontanazzi di Torricella, in comune di Motteggiana”.
E come si lavora assieme in questa situazione?
“Da rilevare – riprende la presidente Giorgi – che durante le piene di Po diversi nostri tecnici sono interpellati per ottenere pareri inerenti l’evolversi ed il controllo delle situazioni più critiche. Il Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po partecipa costantemente all’unità di crisi coordinata dalla Prefettura. Si sono inoltre mantenuti contatti importanti fra i funzionari con quasi tutte le protezioni civili del comprensorio, sia in sinistra che in destra Secchia, mantovane e reggiane, che hanno offerto collaborazione per la necessaria congiunta sorveglianza”.
Ragionate per bacino idrografico e non per confini amministravi, come si interviene in questo caso?
“Le manovre di scarico delle acque di drenaggio della falda particolarmente copiose a causa della piena di Po verso i canali del modenese, sono state possibili grazie ad accordi giornalieri con il Consorzio della Bonifica Burana”.
Quando la piena passerà?
“Siamo abituati a vivere con il rischio alluvione, ma alcune situazioni di criticità devono essere affrontate in tempi ragionevoli: su questa analisi abbiamo registrato completa adesione e fattiva collaborazione da parte della Prefettura e della Provincia, che ci stanno supportando nelle nostre richieste”.