ANBI PER L’INCLUSIONE SOCIALE. L’ESEMPIO DELLE MARCHE: IL CONSORZIO DI BONIFICA TUTOR NEL TIROCINIO AL LAVORO DI 25 DETENUTI
Espressione delle comunità locali nel segno della sussidiarietà, i Consorzi di bonifica ed irrigazione sono da sempre attenti anche alle esigenze sociali.
Roma, 16 febbraio 2024 – “È un impegno che, secondo diverse modalità ed obbiettivi, negli enti consortili coinvolge molte risorse, ma della cui importanza siamo tutti consapevoli” afferma Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).
Il più recente esempio è il rinnovo, per un ulteriore triennio, del progetto “Stiamo lavorando per voi – 2”, dove il Consorzio di bonifica delle Marche è impegnato (in accordo con Regione, P.R.A.P. -Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria ed UEPE – Ufficio Esecuzione Penale Esterna) nella formazione lavorativa di persone sottoposte a misure detentive.
Il progetto è co-finanziato per la seconda volta da Cassa delle Ammende del Ministero della Giustizia, che lo ha valutato “un’innovazione nel panorama nazionale per la peculiarità della formazione e la fluida governance tra istituzioni pubbliche e private.” A dichiararlo è Marco Bonfiglioli, Direttore dell’Ufficio Detenuti e Trattamento del P.R.A.P. di Bologna, che prosegue: “La proposta dei tirocini formativi in favore di detenuti, come disegnato dai Consorzi di bonifica, è uno spartiacque nel percorso rieducativo per l’acquisizione di peculiari competenze ed opportunità di reinserimento nel contesto sociale.”
“Dopo aver valutato i tirocini degli anni precedenti si possono trarre valutazioni positive sia sotto il profilo formativo e delle competenze acquisite che dal punto di vista rieducativo” commenta Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.
Come già sperimentato nel primo triennio, i soggetti coinvolti (25 per anno) vengono assunti a tutti gli effetti dal Consorzio di bonifica delle Marche per un “tirocinio di inclusione sociale” della durata di sei mesi; l’ente consortile si occupa tanto della gestione amministrativa quanto della formazione tecnica e del “tutoring”.
Dopo un primo periodo di “training” e per tre giorni a settimana, i tirocinanti sono impiegati nei diversi siti operativi dell’ente consorziale dove, affiancati dal personale del settore dighe ed impianti irrigui, si occupano di manutenzione ordinaria dei manufatti e degli impianti idraulici, nonchè della gestione del verde.
“Nel momento in cui forniamo alle persone detenute l’opportunità e gli strumenti utili per potersi reinserire nel mondo del lavoro – dichiara Michele Maiani, Presidente del Consorzio di bonifica delle Marche – offriamo una prima e preziosa occasione per ritrovare quell’indipendenza economica, indispensabile per ricominciare. Ciò vuol dire che ci troviamo a lavorare fianco a fianco con persone, che vivono una pena detentiva per le ragioni più diverse, ma che meritano, a conclusione di questo percorso, di potersi reintegrare con la dovuta dignità nel tessuto sociale. Attraverso le nostre strutture e l’attenzione del personale cerchiamo di trasferire competenze, che possano essere appetibili sul mercato del lavoro.”
“L’azione posta in essere – afferma Sonia Specchia, Segretario Generale della Cassa delle Ammende – rientra nell’ambito di un disegno più ampio per favorire su tutto il territorio nazionale lo sviluppo del sistema integrato di servizi per il reinserimento socio-lavorativo delle persone in esecuzione penale. L’opera della Cassa delle Ammende – prosegue Specchia – è rivolta prioritariamente ad assicurare l’azione di coordinamento degli stakeholder chiamati a garantire il reinserimento sociale; la Regione Marche ha aderito a questo, nuovo approccio metodologico, istituendo la cabina di regia con tutti gli attori istituzionali del settore.”
Conclude Elena Paradiso, Dirigente dell’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Ancona: “La prosecuzione di questo progetto è un segnale rassicurante, perché si dimostra un’azione concreta verso la riduzione della recidiva. L’attività di manutenzione delle zone boschive, degli alvei dei fiumi e delle zone a rischio idrogeologico è quasi un modo da parte del reo di risarcire la comunità per il danno arrecato.”