Roma, 18 gennaio 2024 – E’ l’immagine di una quasi dimenticata normalità estiva, anticipata però di ben sei mesi, ad essere disegnata dal settimanale report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche: disponibilità d’acqua al Nord (pur con qualche eccezione); stress idrico man mano, che si scende verso Sud (finora concentrato soprattutto in Centro Italia) con apice nelle isole.
“L’Italia si è nuovamente rovesciata – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – ma i 6 mesi d’anticipo climatico fanno temere soprattutto per il futuro dell’agricoltura meridionale. Non è certo normale parlare di rischio siccità a Gennaio, così come va evidenziato che le risorse idriche, anche dove sono superiori all’anno scorso, permangono spesso al di sotto delle medie storiche. Questo è conseguenza di un andamento pluviometrico disomogeneo e che quest’anno sta finora portando anche poca neve.”
Un primo esempio arriva dalla Valle d’Aosta, dove la Dora Baltea registra una portata di 4,9 metri cubi al secondo contro mc/s 2,9 del Gennaio 2023, ma una media mensile di mc/s 5 (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta).
Maggiormente marcato è l’andamento per la gran parte dei fiumi piemontesi con il flusso del Tanaro più che dimezzato (mc/s 47,5 contro mc/s 118,2 di media mensile).
Decisamente meglio va in Lombardia, dove il fiume Adda è in crescita, ma soprattutto le riserve idriche complessive sono superiori alla media (3.048 milioni di metri cubi contro Mmc. 2883, cioè + 5,7%), grazie soprattutto all’acqua trattenuta nei bacini (fonte: ARPA Lombardia).
I livelli dei grandi laghi del Nord, ad eccezione del Sebino, sono infatti stabilmente sopra la media del periodo (il Benaco è al 94,3% del riempimento).
In Veneto, il fiume Adige, pur con altezza idrometrica in discesa, segna una delle migliori condizioni dal 2016 e solo le portate di Bacchiglione e Muson dei Sassi risultano sotto media.
Decisamente diversa, iniziando a scendere lungo la Penisola, è la situazione dei principali corsi d’acqua in Emilia Romagna: hanno flussi sotto media, ma soprattutto nettamente inferiori a quelli dell’anno scorso con l’Enza, che oggi trasporta 5,49 metri cubi al secondo, ma erano mc/s 44,37 solo 12 mesi fa! (fonte: ARPAE).
Pur migliorando rispetto agli anni recenti, rimane sotto media lungo tutto il corso anche il fiume Po: dai –25 metri cubi al secondo di Torino ai -mc/s 214 di Pontelagoscuro, nel ferrarese.
In calo sono le portate negli alvei della Liguria, dove solo il fiume Vara è sopra la media mensile ed il Magra ha flussi quasi dimezzati.
Analogo andamento si registra nella confinante Toscana, dove il fiume Ombrone segna una portata di 6,60 metri cubi al secondo, quando l’anno scorso era mc/s 35,6 e la media di Gennaio è mc/s 29,03! (fonte: Centro Funzionale Regione Toscana).
Non va meglio per i fiumi delle Marche, che sono al di sotto dei livelli nel recente passato: Esino e Tronto hanno altezze dimezzate rispetto al 2023; decisamente confortante è però la condizione dei bacini artificiali, che attualmente trattengono 46,41 milioni di metri cubi d’acqua, cioè oltre 10 milioni in più dell’anno scorso.
In Umbria prosegue l’insufficienza idrica del lago Trasimeno, la cui altezza idrometrica segna -m.1,38 contro una media storica a Gennaio di -m.0,64; non va meglio per i fiumi Nera e Chiascio con portate in calo.
Una situazione simile si verifica nel Lazio: i principali fiumi (Tevere ed Aniene) hanno portate quasi dimezzate alla media, mentre i laghi registrano livelli in discesa rispetto all’anno scorso con il bacino di Nemi, che segna -29 centimetri.
“Quanto si sta registrando nell’Italia centrale dimostra l’importanza di realizzare nuovi invasi che, di fronte all’irregolarità dei fenomeni atmosferici, aumenterebbero la possibilità di trattenere acqua piovana sul territorio, garantendo maggiore sicurezza idrica. L’esempio delle Marche è lampante” commenta Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.
La situazione fluviale è complessivamente migliore in Campania, dove il Volturno segna addirittura il record del quinquennio, toccando l’altezza idrometrica di 221 centimetri a Castel Volturno (fonte: Centro Funzionale Multirischi della Regione Campania).
In Basilicata cresce leggermente il volume d’acqua trattenuta dalle dighe, nei cui invasi, però, mancano quasi 99 milioni di metri cubi rispetto all’anno scorso.
Infine, segnano un incremento maggiore (+mln. mc. 4,6 ca.), le disponibilità idriche nei bacini di Puglia, dove si registra un surplus di oltre 37 milioni di metri cubi sull’anno scorso.