Il nuovo progetto di Acqua Campus CER-ANBI sull’uso sostenibile della risorsa in agricoltura, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, vede anche un Comitato tecnico scientifico per la raccolta delle istanze e dei fabbisogni di ricerca
Un forum permanente aperto a tutti gli stakeholder della filiera dell’acqua in agricoltura: è Focus ACQUA, community che contribuirà alla diffusione delle innovazioni per la produttività in agricoltura e l’adattamento ai cambiamenti climatici, il cui “battesimo” si è tenuto a Bologna, nella sede di Emil Banca Credito Cooperativo. Focus ACQUA mira a promuovere la ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative per l’uso sostenibile delle risorse idriche in agricoltura, tenendo conto dei fabbisogni e degli interessi del settore e delle principali soluzioni disponibili. L’intero progetto, redatto da Acqua Campus – laboratorio tecnico scientifico del CER targato ANBI – è stato reso possibile grazie al finanziamento del bando della Regione Emilia-Romagna PSR 2014-2020 misura 1.2.01.
L’apertura dell’incontro inaugurale, svoltosi presso la Sala Marconi, ha visto un’introduzione di Nicola Dalmonte, Presidente Consorzio di bonifica di II grado per il Canale Emiliano Romagnolo, sul ruolo che il CER riveste nella ricerca irrigua in Emilia-Romagna: “Con questo nuovo progetto intendiamo porre in risalto, grazie all’operato di Acqua Campus CER-ANBI nel mondo dell’innovazione tecnologica, un utilizzo razionale della risorsa all’interno della filiera, che consenta la massima efficienza anche per le produzioni del mondo agricolo”. A seguire, moderati dal giornalista Andrea Gavazzoli, sono intervenuti: Marianna Ferrigno, Ricercatrice CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria; Patrizia Alberti, Dirigente Area Innovazione, Formazione e Consulenza Regione Emilia-Romagna; e Raffaella Zucaro, Direttrice Generale CER.
A margine dell’incontro si è riunito inoltre anche il Comitato Tecnico Scientifico di Focus ACQUA per un primo confronto sulle esigenze del mondo produttivo e le nuove sfide del cambiamento climatico. Il CTS è costituito dai rappresentanti delle organizzazioni agricole, per le quali sono intervenuti: Coldiretti Emilia-Romagna (in rappresentanza della quale era presente Sarah Magrini), Confagricoltura Emilia-Romagna (Carlo Carli), CIA Emilia-Romagna (Riccardo Evangelisti); dalle Organizzazioni di Produttori, Cooperative ed industrie nella filiera agroalimentare: Apofruit (Claudio Lucchi), Apo Conerpo (Massimo Basaglia), Co.Pro. B. (Giovanni Campagna), Orogel (Luciano Camporesi) Jingold, Consorzio Tutela del Riso del Delta Po IGP; ed infine dai Consorzi di bonifica dell’Emilia-Romagna (Federico Bonatti – Consorzio di bonifica di Piacenza; Jacopo Lauri – Consorzio della bonifica Parmense; Domenico Turazza – Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale; Fabio Paglione – Consorzio della bonifica Burana; Lorenzo Cavallina – Consorzio della bonifica Renana; Andrea Fabbri – Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale; Lucia Capodagli – Consorzio di bonifica della Romagna; Aldo Bignami – Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara). Le istanze del CTS, raccolte dal CER, andranno a costituire un policy brief, documento di sintesi che esprimerà, di fatto, i fabbisogni di ricerca, le possibili soluzioni e le relative innovazioni disponibili per guidare le attività di Focus ACQUA e supportare le Autorità regionali e nazionali nella definizione delle linee di finanziamento per la ricerca e l’innovazione nel campo della gestione della risorsa idrica in agricoltura.
Le conclusioni dell’evento sono state affidate ad Alessio Mammi, Assessore all’Agricoltura e Agroalimentare, caccia e pesca Regione Emilia-Romagna, che ha sottolineato: “Siamo la prima Regione in Europa per numero di gruppi operativi e progetti Pilota per l’innovazione, 87 di questi (su 314 complessivi) riguardano proprio l’utilizzo dell’acqua in agricoltura per un totale di oltre 17 milioni di euro di contributi concessi – sottolinea Mammi –. Il progetto che oggi è stato presentato e che abbiamo deciso di finanziare permetterà di far sì che questo importante patrimonio di conoscenza sia a disposizione degli agricoltori, i veri protagonisti del cambiamento in atto. L’implementazione delle tecniche sperimentate, l’efficientamento delle risorse, così come l’aumento della resilienza delle produzioni ai cambiamenti climatici potranno diventare prassi condivise di una filiera della conoscenza che vogliamo sia patrimonio di tutto il territorio regionale”.