MENTRE È DI NUOVO EMERGENZA METEO SU ALCUNE ZONE D’ITALIA DALLA TOSCANA UN RECORD CHE ARRIVA DALLA STORIA MA CHE PARLA DI PRESENTE: 74 OPERE IDRAULICHE IN POCO PIU’ DI 2 CHILOMETRI. FRANCESCO VINCENZI: “SERVE PERO’ UN PIANO DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA PER SALVAGUARDARE LA MONTAGNA E PRESERVARE LA PIANURA”
Roma, 6 giugno 2023 – Mentre l’estremizzazione degli eventi atmosferici torna a colpire zone del Paese e si apprende che le misure per la gestione del rischio di alluvione, nonché per la riduzione del rischio idrogeologico, sarebbero tra quelle bisognose di riprogrammazione nel P.N.R.R. (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza), perché particolarmente in ritardo, ANBI segnala un caso esemplare, bisognoso di interventi di manutenzione straordinaria, prima di essere pregiudicato con evidente pericolo per i territori soggiacenti.
Il tutto accade nel comune aretino di Badia Tedalda, dove il Fossatone o Fosso delle Cento Briglie lambisce l’abitato di Rofelle, prima di confluire, con un corso ripidissimo, nel fiume Marecchia; richiamandosi alla propria nomea, il corso d’acqua è detentore di un autentico record: vanta ben 74 opere idrauliche in un alveo lungo solo 2.300 metri, vale a dire un manufatto ogni 25 metri circa!
“Stando ai materiali utilizzati ed alle caratteristiche costruttive, l’eccezionale densità di manufatti in alveo è cresciuta nei secoli per limitare la velocità e la capacità erosiva delle acque – spiega Enrico Righeschi, ingegnere del Settore Difesa Idrogeologica e referente dell’Unità Idrografica Omogenea Valtiberina – Si tratta di opere, che oggi necessitano di importanti interventi di manutenzione, a causa del tempo e dell’erosione idrica.”
“Il Fosso delle Cento Briglie dimostra la necessità di piani straordinari per la sistemazione di opere fondamentali per la corretta regimazione dei corsi d’acqua, soprattutto nelle aree montane – indica Serena Stefani, Presidente del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno – La recente ondata di maltempo ha provocato un franamento, che ha travolto due delle briglie, minacciando l’efficienza del sistema idraulico.”
“La sicurezza idrogeologica a valle nasce dalla manutenzione delle aree montane – ricorda Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Di fronte alla violenza ed all’instabilità degli eventi meteo, diventa quantomai urgente individuare risorse e strumenti adeguati per programmi mirati alla gestione idrogeologica dei territori alti.”
“Abbiamo già effettuato una prima ricognizione sul Fosso delle Centro Briglie per valutare lo stato di conservazione delle opere e definire un programma di lavori, dove l’efficienza idraulica risulti gravemente compromessa a causa dell’età e degli eventi meteo, che hanno determinato parziali crolli ed instabilizzazioni” aggiunge Francesco Lisi, Direttore Generale del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno.
“Obbiettivo generale deve essere creare le condizioni per mantenere l’insediamento dell’uomo a garanzia di manutenzione del suolo attraverso le pratiche agricole – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Le proposte dei Consorzi di bonifica per un nuovo modello di sviluppo, che abbia il territorio al centro, vanno in questo senso. Il nostro Piano di Efficientamento della Rete Idraulica del Paese risale al 2019 e prevede 858 interventi, capaci di attivare oltre 21.000 posti di lavoro con un investimento di circa 4 miliardi e 339 milioni di euro.”