ANBI – “Non ci esimiamo dalle eventuali responsabilità di qualche isolato Consorzio di bonifica, ma i dati dell’Unità di missione contro il dissesto idrogeologico dimostrano che c’è un più grave problema di fondo: le risorse per la salvaguardia idrogeologica non solo sono insufficienti ma, causa lentezze e lacci burocratici, non si riescono neppure a spendere!”
A denunciarlo è Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), in relazione alla “due giorni” di confronto, organizzata a Firenze dall’Unione Regionale Bonifiche, presenti Regione Toscana, Amministrazioni Locali, Organizzazioni Professionali Agricole, associazioni ambientaliste.
“Annualmente in Italia per riparare le conseguenze del dissesto idrogeologico, si spendono tre miliardi e mezzo di euro; sono interventi indispensabili di protezione civile. I Consorzi di bonifica chiedono di passare dalla protezione alla prevenzione civile che, se applicata, permetterebbe di garantire sicurezza al territorio, spendendo il 20% delle risorse destinate a riparare i danni, senza considerare l’incommensurabile valore delle vite, che ormai si perdono anche a seguito di eventi climatici. Non solo: ogni milione di euro speso in prevenzione, genera 7 nuovi posti di lavoro. Il Piano di Riduzione del Rischio Idrogeologico, annualmente presentato dall’ANBI, prevede 3.383 interventi per un investimento di 7.795 milioni di euro, finanziabili con mutui quindicennali. Sono progetti esecutivi ma, risorse a parte, il loro avvio dovrà scontrarsi con una selva burocratica fatta di oltre 10.000 norme. Serve quindi un’alleanza di filiera per una battaglia di civiltà, che veda coinvolti Consorzi di bonifica, Enti Locali, associazioni imprenditoriali ed agricole nel nome della valorizzazione del territorio, che è uno straordinario fattore economico per il nostro Paese. Impedire ulteriori urbanizzazioni prive di compatibilità idraulica, ridare all’acqua il carattere di risorsa primaria e non di nemico delle comunità, gestendola al meglio dall’irrigazione alla produzione idroelettrica : sono sfide per il futuro, che vedono i Consorzi di bonifica, soggetti protagonisti.”
A denunciarlo è Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), in relazione alla “due giorni” di confronto, organizzata a Firenze dall’Unione Regionale Bonifiche, presenti Regione Toscana, Amministrazioni Locali, Organizzazioni Professionali Agricole, associazioni ambientaliste.
“Annualmente in Italia per riparare le conseguenze del dissesto idrogeologico, si spendono tre miliardi e mezzo di euro; sono interventi indispensabili di protezione civile. I Consorzi di bonifica chiedono di passare dalla protezione alla prevenzione civile che, se applicata, permetterebbe di garantire sicurezza al territorio, spendendo il 20% delle risorse destinate a riparare i danni, senza considerare l’incommensurabile valore delle vite, che ormai si perdono anche a seguito di eventi climatici. Non solo: ogni milione di euro speso in prevenzione, genera 7 nuovi posti di lavoro. Il Piano di Riduzione del Rischio Idrogeologico, annualmente presentato dall’ANBI, prevede 3.383 interventi per un investimento di 7.795 milioni di euro, finanziabili con mutui quindicennali. Sono progetti esecutivi ma, risorse a parte, il loro avvio dovrà scontrarsi con una selva burocratica fatta di oltre 10.000 norme. Serve quindi un’alleanza di filiera per una battaglia di civiltà, che veda coinvolti Consorzi di bonifica, Enti Locali, associazioni imprenditoriali ed agricole nel nome della valorizzazione del territorio, che è uno straordinario fattore economico per il nostro Paese. Impedire ulteriori urbanizzazioni prive di compatibilità idraulica, ridare all’acqua il carattere di risorsa primaria e non di nemico delle comunità, gestendola al meglio dall’irrigazione alla produzione idroelettrica : sono sfide per il futuro, che vedono i Consorzi di bonifica, soggetti protagonisti.”