LUGO 22 aprile 2014 – Inserendosi nel dibattito sulla decisione di insediare nel territorio del Comune di Conselice un’attività di produzione di materiali inerti con trattamento di ceneri provenienti da termovalorizzatori, Alberto Asioli, presidente del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale, con sede in Lugo, intende precisare quanto segue:
«L’ente che rappresento – spiega Asioli – è stato citato per aver espresso parere favorevole al progetto Matrix nella conferenza di servizi convocata per la valutazione di impatto ambientale. Ciò è vero, ma va chiarito in quale ridotto ambito il Consorzio ha potuto esprimersi. Le varie istituzioni che partecipano a una conferenza di servizi non possono, infatti, debordare dai rispettivi compiti e poteri istituzionali affidati dalla legislazione in materia. Nel caso del Consorzio, tali compiti consistono esclusivamente nella verifica di compatibilità idraulica del nuovo insediamento produttivo e nel controllo che eventuali opere da realizzare nelle pertinenze di bonifica non vadano a pregiudicare l’efficiente svolgimento dell’attività di manutenzione da parte dell’ente. In pratica, si tratta di accertare che la nuova attività non determini un incremento del carico idraulico sulla rete scolante consorziale. È quindi un controllo essenzialmente quantitativo. In conferenza di servizi, il Consorzio ha comunque fatto presente che il canale Zaniolo, ricettore delle acque provenienti dal sito produttivo, svolge un’importante funzione irrigua e che, quindi, occorreva porre l’accento anche sulla qualità delle acque di scarico, oltre che sulla quantità. La conferenza di servizi ha recepito questa indicazione dettando prescrizioni restrittive e cautelative sui parametri delle acque di scarico, tanto che il progetto originario ha subito una parziale modifica, eliminando lo scarico diretto in canale delle acque di lavorazione e limitandolo alle sole acque meteoriche cosiddette di “seconda pioggia”. In queste condizioni, non era possibile negare il parere favorevole, salvo attribuirsi compiti che l’ente attualmente non ha.
Né il parere del Consorzio – aggiunge il presidente Asioli – poteva essere condizionato dalla circostanza che il sito interessato dalla nuova attività ricade in un’area di potenziale inondazione. L’ente ha collaborato con la Regione nella delimitazione delle aree di pericolosità idraulica, definite sulla base degli accadimenti passati, alcuni relativamente recenti. Le risultanze dello studio sono di dominio pubblico e il Consorzio ha sempre fornito tempestive informazioni ogni qualvolta gli sono stare richieste. Non spetta, però, all’ente assumere decisioni in materia di pianificazione territoriale, vale a dire stabilire se un’area di potenziale inondazione, come quella in questione, può ospitare o meno quel tipo di attività produttiva.»
«L’ente che rappresento – spiega Asioli – è stato citato per aver espresso parere favorevole al progetto Matrix nella conferenza di servizi convocata per la valutazione di impatto ambientale. Ciò è vero, ma va chiarito in quale ridotto ambito il Consorzio ha potuto esprimersi. Le varie istituzioni che partecipano a una conferenza di servizi non possono, infatti, debordare dai rispettivi compiti e poteri istituzionali affidati dalla legislazione in materia. Nel caso del Consorzio, tali compiti consistono esclusivamente nella verifica di compatibilità idraulica del nuovo insediamento produttivo e nel controllo che eventuali opere da realizzare nelle pertinenze di bonifica non vadano a pregiudicare l’efficiente svolgimento dell’attività di manutenzione da parte dell’ente. In pratica, si tratta di accertare che la nuova attività non determini un incremento del carico idraulico sulla rete scolante consorziale. È quindi un controllo essenzialmente quantitativo. In conferenza di servizi, il Consorzio ha comunque fatto presente che il canale Zaniolo, ricettore delle acque provenienti dal sito produttivo, svolge un’importante funzione irrigua e che, quindi, occorreva porre l’accento anche sulla qualità delle acque di scarico, oltre che sulla quantità. La conferenza di servizi ha recepito questa indicazione dettando prescrizioni restrittive e cautelative sui parametri delle acque di scarico, tanto che il progetto originario ha subito una parziale modifica, eliminando lo scarico diretto in canale delle acque di lavorazione e limitandolo alle sole acque meteoriche cosiddette di “seconda pioggia”. In queste condizioni, non era possibile negare il parere favorevole, salvo attribuirsi compiti che l’ente attualmente non ha.
Né il parere del Consorzio – aggiunge il presidente Asioli – poteva essere condizionato dalla circostanza che il sito interessato dalla nuova attività ricade in un’area di potenziale inondazione. L’ente ha collaborato con la Regione nella delimitazione delle aree di pericolosità idraulica, definite sulla base degli accadimenti passati, alcuni relativamente recenti. Le risultanze dello studio sono di dominio pubblico e il Consorzio ha sempre fornito tempestive informazioni ogni qualvolta gli sono stare richieste. Non spetta, però, all’ente assumere decisioni in materia di pianificazione territoriale, vale a dire stabilire se un’area di potenziale inondazione, come quella in questione, può ospitare o meno quel tipo di attività produttiva.»