Bologna – 7 Aprile 2014 – Taglia corto a proposito dei rumors che vorrebbero anche le Bonifiche interessate dai tagli del cosiddetto decreto “Sforbicia-Italia”, il presidente dell’Urber Massimiliano Pederzoli: «I Consorzi di Bonifica non possono essere considerati parte della pubblica amministrazione in quanto non pesano sulle casse dello Stato, in ragione di quella autonomia finanziaria e di quell’autogoverno dei consorziati, cui fanno capo le spese di funzionamento e di gestione delle opere pubbliche, finalizzate alla riduzione del rischio idraulico e alla mitigazione del dissesto idrogeologico oltre alla razionale utilizzazione dell’acqua irrigua, fondamentale per il Made in Italy agroalimentare. Sono dunque soggetti privati con funzione pubblica che non possono rientrare fra gli obiettivi della spending review».
«I Consorzi di Bonifica – continua Pederzoli – sono un buon esempio di sussidiarietà e di come il privato che si autofinanzia sopperisce alle necessità del pubblico. Immaginare di delegare le competenze di tutela del territorio e della corretta gestione delle acque irrigue ad un ente pubblico già esistente significa non aver compreso la funzione specifica e la natura dei Consorzi di Bonifica. Tutto ciò si tradurrebbe soltanto in un ulteriore aggravio di costi per il cittadino senza peraltro le adeguate garanzie di ritorni in termini di sicurezza sul territorio. Gli ultimi fenomeni naturali ne sono la testimonianza più diretta: alluvioni, terremoti e frane confermano la necessità impellente di maggiori investimenti sulla prevenzione. Questo i Consorzi lo stanno facendo e con risultati concreti».
«I Consorzi di Bonifica – continua Pederzoli – sono un buon esempio di sussidiarietà e di come il privato che si autofinanzia sopperisce alle necessità del pubblico. Immaginare di delegare le competenze di tutela del territorio e della corretta gestione delle acque irrigue ad un ente pubblico già esistente significa non aver compreso la funzione specifica e la natura dei Consorzi di Bonifica. Tutto ciò si tradurrebbe soltanto in un ulteriore aggravio di costi per il cittadino senza peraltro le adeguate garanzie di ritorni in termini di sicurezza sul territorio. Gli ultimi fenomeni naturali ne sono la testimonianza più diretta: alluvioni, terremoti e frane confermano la necessità impellente di maggiori investimenti sulla prevenzione. Questo i Consorzi lo stanno facendo e con risultati concreti».