OPERE INCOMPIUTE: NON SOLO SUD ITALIA IN TOSCANA C’E’ IL CASO MONTEDOGLIO. FRANCESCO VINCENZI, Presidente ANBI “SERVONO NUOVE INFRASTRUTTURE IDRAULICHE MA BISOGNA EFFICIENTARE QUELLE ESISTENTI”
Roma, 5 aprile 2023 – Nell’Italia idricamente rovesciata, se al Nord i territori soffrono la siccità, al Sud esistono almeno una trentina di opere idrauliche incompiute, ben rappresentate finora dall’invaso campano di Campolattaro, colmo d’acqua inutilizzabile per mancanza delle necessarie condutture, ma il cui paradosso sembra ora avviato a soluzione; non è così però anche per la diga di Montedoglio che, con i suoi 140 milioni di metri cubi d’acqua, rappresenta in Toscana l’invaso più importante dell’Italia centrale: la sua acqua non arriva alle coltivazioni del territorio!
“Le condotte primarie ci sono, i laghetti di accumulo pure, ma ormai da anni mancano le reti per consegnare la risorsa alle aziende agricole che, causa siccità, fanno fatica a continuare a produrre ed a rimanere sul mercato”: a richiamare l’attenzione sul caso è Serena Stefani, Presidente del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, che prosegue: “L’ente consortile si deve confrontare ogni giorno con la difficoltà di portare acqua all’agricoltura della Valdichiana Senese e Aretina, nonché della Valtiberina, dove insistono imprese competitive, il cui sviluppo è rallentato o minato dall’assenza di risorsa idrica. Eppure, in questo territorio l’acqua non manca, perché la diga di Montedoglio rappresenta un “polmone” importante, ma è impossibile completare i distretti irrigui per la mancanza di risorse e di un adeguato supporto normativo.”
“Di fronte alla crisi climatica non solo è necessario realizzare nuovi bacini per trattenere le acque di pioggia sul territorio – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Bisogna efficientare la rete idraulica esistente, completando gli schemi idrici e ripulendo bacini, la cui capienza è complessivamente ridotta di oltre il 10% per la presenza di sedime sul fondale. Il Piano ANBI, a disposizione del Paese, prevede 858 interventi per un investimento di quasi 4 miliardi e 340 milioni di euro, capaci di garantire oltre 21.000 posti di lavoro. Non è infatti possibile perseguire l’obbiettivo dell’autosufficienza alimentare, senza garantire una risorsa indispensabile come l’acqua.”