BOLOGNA – In chiusura della fase di piena che non ha risparmiato il fiume Reno e tutti i torrenti che sono suoi afffluenti, le pompe idrovore e le casse della Bonifica Renana continuano a fare, come negli ultimi dieci giorni, il loro lavoro fondamentale per la sicurezza idraulica della bassa bolognese.
Dal 20 gennaio scorso, infatti, gli impianti del Consorzio lavorano per trattenere e stoccare le acque piovute in pianura, in attesa che fiumi e torrenti smaltiscano le piene provenienti dall Appennino. "Funziona come un sistema di vasi comunicanti ~ spiega Giovanni Tamburini, presidente della Renana ~ quando, come in queste settimane, il Reno e gli altri corsi d acqua naturali sono in piena, le acque della pianura che confluiscono nella rete dei nostri 2000 chilometri di canali di bonifica, devono essere dirottate nelle vasche di laminazione e nelle grandi casse di espansione di sistema come quelle del Dosolo [a sinistra del fiume Reno], di Bassarone e Vallesanta [a destra del fiume] in attesa di poter scaricare le acque della pianura bolognese nei corsi d-acqua che le portano al mare".
Ma in situazioni di emergenza come quella di questi giorni, anche parte delle acque di fiumi vengono dirottante nei canali di bonifica e nelle casse di laminazione della Renana, per ridurre i livelli di piena proveniente dagli Appennini e quindi aumentare la sicurezza idraulica in pianura. Francesca Dallabetta, direttore dell-area tecnica del Consorzio precisa che: "Al nodo idraulico di Gandazzolo, a Baricella, già da venerdì il Servizio tecnico regionale ha richiesto di poter scaricare le acque del Savena Abbandonato nel reticolo di Bonifica, per poter mantenere in sicurezza le quote di questo corso d’acqua, le cui acque sono state riversate nel Canale della Botte e gestite dalla Renana nel nodo idraulico di Saiarino. Da ieri pero’ è stato necessario avviare anche l’immissione nella Cassa Gandazzolo, invasata finora per circa 375 mila metri cubi.’ Nella zona a sinistra del Reno, durante la piena dei giorni scorsi, per evitare l’esondazione del Martignone le acque del torrente sono state scaricate nei canali di bonifica del nodo di Forcelli, le cui pompe idrovore sono ancora in funzione, mentre nella cassa di espansione del Dosolo vengono scaricati da venerdi’ circa 4 metri cubi d’aqua al secondo.
Dal 20 gennaio scorso, infatti, gli impianti del Consorzio lavorano per trattenere e stoccare le acque piovute in pianura, in attesa che fiumi e torrenti smaltiscano le piene provenienti dall Appennino. "Funziona come un sistema di vasi comunicanti ~ spiega Giovanni Tamburini, presidente della Renana ~ quando, come in queste settimane, il Reno e gli altri corsi d acqua naturali sono in piena, le acque della pianura che confluiscono nella rete dei nostri 2000 chilometri di canali di bonifica, devono essere dirottate nelle vasche di laminazione e nelle grandi casse di espansione di sistema come quelle del Dosolo [a sinistra del fiume Reno], di Bassarone e Vallesanta [a destra del fiume] in attesa di poter scaricare le acque della pianura bolognese nei corsi d-acqua che le portano al mare".
Ma in situazioni di emergenza come quella di questi giorni, anche parte delle acque di fiumi vengono dirottante nei canali di bonifica e nelle casse di laminazione della Renana, per ridurre i livelli di piena proveniente dagli Appennini e quindi aumentare la sicurezza idraulica in pianura. Francesca Dallabetta, direttore dell-area tecnica del Consorzio precisa che: "Al nodo idraulico di Gandazzolo, a Baricella, già da venerdì il Servizio tecnico regionale ha richiesto di poter scaricare le acque del Savena Abbandonato nel reticolo di Bonifica, per poter mantenere in sicurezza le quote di questo corso d’acqua, le cui acque sono state riversate nel Canale della Botte e gestite dalla Renana nel nodo idraulico di Saiarino. Da ieri pero’ è stato necessario avviare anche l’immissione nella Cassa Gandazzolo, invasata finora per circa 375 mila metri cubi.’ Nella zona a sinistra del Reno, durante la piena dei giorni scorsi, per evitare l’esondazione del Martignone le acque del torrente sono state scaricate nei canali di bonifica del nodo di Forcelli, le cui pompe idrovore sono ancora in funzione, mentre nella cassa di espansione del Dosolo vengono scaricati da venerdi’ circa 4 metri cubi d’aqua al secondo.