PIACENZA (24 gennaio 2014) – Dall’esperienza dell’esondazione del fiume Secchia dei giorni scorsi nel modenese, è risultato di fondamentale importanza il ruolo dei Consorzi di Bonifica, che oltre ad occuparsi dell’emergenza causata dal maltempo, si sono impegnati costantemente nella manutenzione e pulizia dei canali sempre più devastati dalla presenza delle nutrie.
Secondo un recente studio dell’Università degli studi di Pavia emerge infatti una situazione critica, che la presenza di questi animali comporta sulle colture e sulla stabilità idrogeologica del territorio.
Le nutrie costituiscono infatti un fattore di rischio dei canali e argini, poiché creando tane in prossimità degli stessi e scavando profonde buche e gallerie che spesso franano, rendono gli argini più deboli in caso di innalzamento del livello delle acque, contribuiscono a provocare allagamenti e danni ingenti.
Questo problema, che coinvolge tutto il territorio, diventando sempre più evidente e pericoloso nelle zone di pianura dove i canali sono più larghi, è affrontato costantemente dal Consorzio di Bonifica di Piacenza che, attraverso un’attenta manutenzione, cerca di porre rimedio all’operato del cosiddetto “castorino”.
La rete di scolo delle acque, in particolare nelle zone dell’area del Trebbia, della val d’Arda e del Basso Piacentino, caratterizzate principalmente da canali in terra con scarsa pendenza, necessitano periodicamente di vari interventi di ripristino delle sponde che, a causa della presenza delle nutrie sono spesso oggetto di franamento. Il Consorzio di Bonifica per ripristinare le sponde franate interviene, nell’ambito dei periodici interventi di spurgo, sfalcio e risezionatura dei canali di bonifica, sia mediante l’infissione di pali in legno che mediante la posa in opera di massi e pietrame.
Nel 2013, in tali zone (particolarmente preso da assedio dalle nutrie risulta essere il Basso Piacentino) si è proseguita l’attività di ripristino spondale di canali in terra, per circa ml 2.500 con la posa di n. 6.400 palafitte in legno, e circa mc 520 di massi. Interventi significativi sulla rete di bonifica si sono realizzati sul canale Morta, sul canale Acquanegra, sul canale Crosa, sul canale Allacciante Acque Alte e sul canale Rovere Variano. Tali interventi sono ormai una costante già da diversi anni con costi che solo per l’anno 2013 risultano diverse migliaia di euro.
“Le arginature spondali dei canali artificiali – spiega il presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza, Fausto Zermani – ed i sedimi stessi sono opere artificiali e come tali vanno mantenute con cura; purtroppo in questi anni s’è erroneamente applicato un concetto di rinaturalizzazione delle opere che ha portato a questi risultati. Credo che la gente non possa più sopportare questo pericolo. Le arginature come i canali e corsi d’acqua artificiali quali sono i fiumi pensili devono avere una manutenzione programmata obbligatoria, una manutenzione ordinaria a prescindere e prioritaria su qualsiasi valutazione paesaggistica o d’incidenza; sono opere strategiche che devono essere mantenute all’esclusivo fine della salvaguardia e sicurezza idraulica e quindi necessitano di una ordinaria manutenzione. I Governi dovrebbero assolutamente garantire normative che tutelino in tal senso, privilegiando una ordinaria manutenzione ed evitare così in futuro il ripetersi di situazioni che si sarebbero potute evitare”.
In caso di avversità atmosferiche di notevole intensità o prolungate nel tempo il ruolo del Consorzio di Bonifica diventa centrale. Attraverso un continuo lavoro di manutenzione, monitorando i canali, il Consorzio previene, con un notevole impiego di risorse sia economiche che umane, cercando di evitare il pericolo di cedimento degli argini e, nel caso si verifichino tali situazioni, il Consorzio interviene con l’attivazione delle pompe idrovore per poter sollevare l’acqua e farla defluire velocemente nei fiumi riducendo l’impatto negativo che si avrebbe con l’esondazione dei corsi d’acqua sia nei centri abitati che sulle colture del territorio.
“Va da sé, conclude Zermani che per scongiurare questi pericoli, l’unica strada percorribile è quella di un lavoro continuo per sopperire ai danni causati dall’operato delle nutrie. Il Consorzio di Bonifica di Piacenza, con un notevole impiego economico, è dunque in prima linea, non solo quando si verifica un’allerta maltempo ma ogni giorno, per proteggere e tutelare il nostro territorio, la sua agricoltura e quindi i nostri prodotti.”
Secondo un recente studio dell’Università degli studi di Pavia emerge infatti una situazione critica, che la presenza di questi animali comporta sulle colture e sulla stabilità idrogeologica del territorio.
Le nutrie costituiscono infatti un fattore di rischio dei canali e argini, poiché creando tane in prossimità degli stessi e scavando profonde buche e gallerie che spesso franano, rendono gli argini più deboli in caso di innalzamento del livello delle acque, contribuiscono a provocare allagamenti e danni ingenti.
Questo problema, che coinvolge tutto il territorio, diventando sempre più evidente e pericoloso nelle zone di pianura dove i canali sono più larghi, è affrontato costantemente dal Consorzio di Bonifica di Piacenza che, attraverso un’attenta manutenzione, cerca di porre rimedio all’operato del cosiddetto “castorino”.
La rete di scolo delle acque, in particolare nelle zone dell’area del Trebbia, della val d’Arda e del Basso Piacentino, caratterizzate principalmente da canali in terra con scarsa pendenza, necessitano periodicamente di vari interventi di ripristino delle sponde che, a causa della presenza delle nutrie sono spesso oggetto di franamento. Il Consorzio di Bonifica per ripristinare le sponde franate interviene, nell’ambito dei periodici interventi di spurgo, sfalcio e risezionatura dei canali di bonifica, sia mediante l’infissione di pali in legno che mediante la posa in opera di massi e pietrame.
Nel 2013, in tali zone (particolarmente preso da assedio dalle nutrie risulta essere il Basso Piacentino) si è proseguita l’attività di ripristino spondale di canali in terra, per circa ml 2.500 con la posa di n. 6.400 palafitte in legno, e circa mc 520 di massi. Interventi significativi sulla rete di bonifica si sono realizzati sul canale Morta, sul canale Acquanegra, sul canale Crosa, sul canale Allacciante Acque Alte e sul canale Rovere Variano. Tali interventi sono ormai una costante già da diversi anni con costi che solo per l’anno 2013 risultano diverse migliaia di euro.
“Le arginature spondali dei canali artificiali – spiega il presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza, Fausto Zermani – ed i sedimi stessi sono opere artificiali e come tali vanno mantenute con cura; purtroppo in questi anni s’è erroneamente applicato un concetto di rinaturalizzazione delle opere che ha portato a questi risultati. Credo che la gente non possa più sopportare questo pericolo. Le arginature come i canali e corsi d’acqua artificiali quali sono i fiumi pensili devono avere una manutenzione programmata obbligatoria, una manutenzione ordinaria a prescindere e prioritaria su qualsiasi valutazione paesaggistica o d’incidenza; sono opere strategiche che devono essere mantenute all’esclusivo fine della salvaguardia e sicurezza idraulica e quindi necessitano di una ordinaria manutenzione. I Governi dovrebbero assolutamente garantire normative che tutelino in tal senso, privilegiando una ordinaria manutenzione ed evitare così in futuro il ripetersi di situazioni che si sarebbero potute evitare”.
In caso di avversità atmosferiche di notevole intensità o prolungate nel tempo il ruolo del Consorzio di Bonifica diventa centrale. Attraverso un continuo lavoro di manutenzione, monitorando i canali, il Consorzio previene, con un notevole impiego di risorse sia economiche che umane, cercando di evitare il pericolo di cedimento degli argini e, nel caso si verifichino tali situazioni, il Consorzio interviene con l’attivazione delle pompe idrovore per poter sollevare l’acqua e farla defluire velocemente nei fiumi riducendo l’impatto negativo che si avrebbe con l’esondazione dei corsi d’acqua sia nei centri abitati che sulle colture del territorio.
“Va da sé, conclude Zermani che per scongiurare questi pericoli, l’unica strada percorribile è quella di un lavoro continuo per sopperire ai danni causati dall’operato delle nutrie. Il Consorzio di Bonifica di Piacenza, con un notevole impiego economico, è dunque in prima linea, non solo quando si verifica un’allerta maltempo ma ogni giorno, per proteggere e tutelare il nostro territorio, la sua agricoltura e quindi i nostri prodotti.”