CONSORZIO DI BONIFICA DELL’EMILIA CENTRALE (22 gennaio 2014) – Si è trattato di una piena di Secchia come se ne vedono ogni 50 anni. Alla fine sono stati evacuati dal comprensorio della Bonifica Emilia Centrale, tra Reggio, Modena e Mantova, quasi 20 milioni di metri cubi d’acqua. Meno che altre volte, ma quantitativi molto concentrati nel tempo. Quanto basta, per intenderci, per far salire di circa 60 millimetri il Lago di Garda. O, se si preferisce, a riempire oltre 20 volte il Mapei Stadium.
“Abbiamo acceso tutte le nostre idrovore e fortunatamente va esaurendosi l’emergenza per l’onda di piena che ha interessato il nostro comprensorio di pianura – spiega Marino Zani, presidente del Consorzio – la piovosità all’interno del comprensorio di pianura non è stata eccezionale, ma la gravità dell’emergenza è invece dovuta al concomitante stato di piena morbida del Po e di piena straordinaria dell’Enza, del Crostolo e soprattutto del Secchia, che ha registrato una piena con tempo di ritorno di almeno 50 anni preceduta da una piena decennale meno di una settimana prima”.
“Una situazione, del tutto anomala – entra nel dettaglio il direttore Domenico Turazza – che ha imposto l’utilizzo prolungato delle quattro idrovore consortili (San Siro, Mondine, Torrione e Boretto) per tenere in asciutta la nostra pianura evitando allagamenti e ristagni d’acqua. Ancora attivi gli impianti della bonifica che, a fine della giornata di mercoledì 22 gennaio, avranno complessivamente sollevato quasi 20 milioni di metri cubi d’acqua. La gran parte, circa 14 milioni, immessi nel Secchia – a valle della drammatica esondazione ndr – con gli impianti di San Siro e Mondine e la parte restante nel Crostolo e nel Po”.
Al lavoro una cinquantina di persone, tra tecnici ed operai, nella programmazione delle manovre e nel controllo dei principali punti sensibili. Innumerevoli i piccoli e grandi interventi eseguiti degli operatori e dai mezzi di campagna.
Da ricordare che i comprensori della Bassa sono a livelli altimetrici inferiori a quello dei corsi d’acqua arginati, per cui lo scolo delle acque piovane, ben più difficoltoso, è reso possibile dalla rete di bonifica che assicura inoltre lo sgrondo delle acque che eventualmente fuoriescono dai principali Fiumi (Po, Secchia, Enza e Crostolo). Così è avvenuto in destra Secchia dove le acque che si sono riversate nella pianura modenese, a causa della rottura dell’argine del Secchia, verranno evacuate dalla rete di canali della limitrofa Bonifica Burana.
Il Consorzio ha coordinato i lavori dalla Sala di telecontrollo di Reggio Emilia, gestendo così una rete scolante che conta oltre 3.500 km di canali e che attraversa paesi, città, zone industriali ed artigianali, aziende agricole, infrastrutture strategiche come le Autostrade del Sole e del Brennero o l’asse ferroviario Milano – Bologna.
“Abbiamo acceso tutte le nostre idrovore e fortunatamente va esaurendosi l’emergenza per l’onda di piena che ha interessato il nostro comprensorio di pianura – spiega Marino Zani, presidente del Consorzio – la piovosità all’interno del comprensorio di pianura non è stata eccezionale, ma la gravità dell’emergenza è invece dovuta al concomitante stato di piena morbida del Po e di piena straordinaria dell’Enza, del Crostolo e soprattutto del Secchia, che ha registrato una piena con tempo di ritorno di almeno 50 anni preceduta da una piena decennale meno di una settimana prima”.
“Una situazione, del tutto anomala – entra nel dettaglio il direttore Domenico Turazza – che ha imposto l’utilizzo prolungato delle quattro idrovore consortili (San Siro, Mondine, Torrione e Boretto) per tenere in asciutta la nostra pianura evitando allagamenti e ristagni d’acqua. Ancora attivi gli impianti della bonifica che, a fine della giornata di mercoledì 22 gennaio, avranno complessivamente sollevato quasi 20 milioni di metri cubi d’acqua. La gran parte, circa 14 milioni, immessi nel Secchia – a valle della drammatica esondazione ndr – con gli impianti di San Siro e Mondine e la parte restante nel Crostolo e nel Po”.
Al lavoro una cinquantina di persone, tra tecnici ed operai, nella programmazione delle manovre e nel controllo dei principali punti sensibili. Innumerevoli i piccoli e grandi interventi eseguiti degli operatori e dai mezzi di campagna.
Da ricordare che i comprensori della Bassa sono a livelli altimetrici inferiori a quello dei corsi d’acqua arginati, per cui lo scolo delle acque piovane, ben più difficoltoso, è reso possibile dalla rete di bonifica che assicura inoltre lo sgrondo delle acque che eventualmente fuoriescono dai principali Fiumi (Po, Secchia, Enza e Crostolo). Così è avvenuto in destra Secchia dove le acque che si sono riversate nella pianura modenese, a causa della rottura dell’argine del Secchia, verranno evacuate dalla rete di canali della limitrofa Bonifica Burana.
Il Consorzio ha coordinato i lavori dalla Sala di telecontrollo di Reggio Emilia, gestendo così una rete scolante che conta oltre 3.500 km di canali e che attraversa paesi, città, zone industriali ed artigianali, aziende agricole, infrastrutture strategiche come le Autostrade del Sole e del Brennero o l’asse ferroviario Milano – Bologna.