La Bonifica Parmense presenta il maxi intervento che da oggi mette in sicurezza la Bassa Est. Un’opera da 6 milioni di euro co-finanziata dalla Regione Emilia-Romagna

Un impianto di sollevamento acque da 12 mila litri/secondo garantirà la difesa idraulica del comprensorio compreso tra Sorbolo Mezzani, Colorno, Torrile e la Città di Parma in cui risiedono oltre 15 mila persone in passato colpite dalle alluvioni

Parma, 19 Ottobre 2022 – Il maxi-intervento per la difesa idraulica di Bocca d’Enza, a Sorbolo Mezzani, è completato: l’opera infrastrutturale a protezione della Bassa est parmense è stata inaugurata questa mattina, in occasione di un evento di presentazione presso l’area antistante l’impianto consortile, ubicato a nord-est di Mezzano Inferiore, alla presenza  di numerosi rappresentanti delle istituzioni, enti operativi e portatori di interesse locali, regionali e nazionali coinvolti nella gestione della risorsa idrica e nella prevenzione del rischio idraulico collettivo. Presenti al taglio del nastro ufficiale: ANBI e Consorzi di bonifica regionali, Autorità Distrettuale del fiume Po-Ministero della Transizione Ecologica, AIPo-Agenzia Interregionale per il fiume Po, Servizio Area Affluenti Po della Regione Emilia-Romagna, Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione Civile insieme ai volontari di Mezzani, FIAB Bicinsieme Parma, Parchi del Ducato; inoltre: le delegazioni delle organizzazioni professionali agricole Coldiretti e Confagricoltura e i Consiglieri regionali Matteo Daffada, Emiliano Occhi e Fabio Rainieri; e una nutrita rappresentanza dei residenti della zona che, nel corso dei decenni, sono stati colpiti da criticità alluvionali.

L’importo complessivo dei lavori (durati 23 mesi e terminati nel pieno rispetto della tabella di marcia prevista), è pari a 6 milioni di euro di cui 800 mila euro co-finanziati dalla Regione Emilia-Romagna. Il Consorzio della Bonifica Parmense si è occupato sia della progettazione che della direzione lavori, eseguiti dal raggruppamento d’imprese ATI Consorzio Innova-SGC, con le squadre consortili – coordinate dal dirigente Area tecnica della bonifica, Daniele Scaffi – a sovrintendere al cantiere coadiuvando nella realizzazione di alcuni interventi e opere di compensazione che, nel computo finale dell’intero lavoro, contribuiranno alla riduzione dei potenziali danni alluvionali in una estesa fetta della nostra Bassa.

L’INTERVENTO

Un intervento complesso, contestualizzato all’interno di un nodo idraulico strategico e di rilievo che sottende un territorio di ben 4 mila ettari: un’area agricola vocata ad alcuni tra i più importanti prodotti tipici della “Food Valley” quali pomodori, mais, soia; ma anche produzioni necessarie al Parmigiano-Reggiano, quali foraggi ed erba medica, essenziali per l’alimentazione degli animali della filiera lattifera. L’obbiettivo era realizzare un sistema che potesse permettere all’impianto idrovoro di Bocca d’Enza di funzionare anche con livelli idrici elevati nel Torrente Enza e nel Fiume Po, svolgendo quindi la sua funzione di difesa idraulica anche in situazioni di criticità.

Con il primo importante finanziamento da 5 milioni e 200 mila euro – ottenuto nel 2019 tramite il Piano ProteggItalia, il Piano Nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale – l’allora Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (oggi Ministero della Transizione Ecologica) aveva assegnato le risorse necessarie per la realizzazione dell’opera alla Regione Emilia-Romagna che, a sua volta, aveva individuato nella Bonifica Parmense il soggetto attuatore dell’intervento; l’Ufficio progettazione consortile ha così redatto un progetto per la realizzazione di una struttura scatolare chiusa (di dimensioni interne 5.70 x 2.5 metri, in cemento armato gettato in opera, a perfetta tenuta idraulica) per il collegamento tra la Chiavica “Balano” e la chiavica allo sbocco nel Torrente Enza, al fine di poter convogliare in pressione le acque sollevate dall’impianto fino al Torrente Enza; al fianco della struttura, e collegate con essa attraverso delle opportune opere elettromeccaniche, sono state posate condotte di drenaggio delle aree limitrofe al mandracchio del Collettore Parmetta; è stata poi ripristinata la viabilità realizzando, al contempo, una pista ciclabile a fianco della strada.

Un secondo finanziamento, dell’importo di 800 mila euro e proveniente dalla Regione Emilia-Romagna, ha permesso di eseguire una serie di opere urgenti di manutenzione straordinaria sull’impianto idrovoro di Mezzani, con il rifacimento del tetto in legno e del terrazzo, eliminando quelle infiltrazioni che avrebbero potuto compromettere il funzionamento degli impianti elettrici; implementando gli sgrigliatori e il nastro trasporto-elevatore; aggiornando il sistema di telecontrollo; adeguando l’impiantistica elettrica a servizio delle opere meccaniche; e inserendo la fornitura di due pompe vuotoassistite a supporto del sistema di drenaggio.

 

I COMMENTI

L’evento inaugurale odierno, interamente moderato dal giornalista Andrea Gavazzoli, ha visto intervenire – dopo i saluti di Nicola Cesari, sindaco di Sorbolo Mezzani e di Daniele Friggeri, delegato Pianificazione territoriale e Politiche ambientali della Provincia di Parma – la presidente della Bonifica Parmense, Francesca Mantelli, che ha sottolineato “forte soddisfazione per il completamento di questa importante opera di difesa del territorio, da sempre priorità del Consorzio. Ringrazio tutto l’ente di bonifica e le imprese per aver terminato l’infrastruttura nei tempi previsti e nonostante le difficoltà dovute alle spesso difficili condizioni climatiche. Un ringraziamento anche al MiTE e alla Regione ER, i cui finanziamenti hanno permesso di porre in sicurezza una comunità di oltre 15 mila abitanti compresa tra 4 Comuni”. Comuni citati anche nella descrizione tecnica dei lavori effettuata dal direttore generale del Consorzio, Fabrizio Useri: “Sorbolo Mezzani, Colorno, Torrile e la stessa Parma beneficeranno di questo capillare intervento, effettuato su una lunghezza di 653 metri, grazie ad un impianto di sollevamento acque che, in caso di piena, potrà pompare ben 12 mila litri/secondo”.

E difatti l’adeguamento del Collettore Parmetta, fra la chiavica Balano e quella allo sbocco nel torrente Enza, nella Bassa Est parmense, si è reso necessario proprio affinché non si riproponessero le medesime condizioni di criticità all’impianto di Bocca d’Enza, che ha subìto gli effetti delle piene del Po sia nel 1994 che nel 2000, come ha ricordato Irene Priolo, alla guida della Protezione civile dell’Emilia-Romagna in qualità di assessora regionale: “Il risultato che vediamo oggi è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra enti che si occupano della gestione del territorio: un modello da perseguire sempre più in futuro”.

E nell’anno del centenario del congresso di San Donà di Piave, che pose le basi per la moderna bonifica, grande entusiasmo è stato espresso anche dai vertici nazionali di ANBI, l’Associazione delle Bonifiche d’Italia, intervenuta con il presidente Francesco Vincenzi (accompagnato dal direttore generale Massimo Gargano) che ha commentato: “Complimenti al Consorzio della Bonifica Parmense e a tutti i soggetti coinvolti per lo straordinario risultato. Continuiamo ad apporre importanti tasselli, anche insieme alla Regione Emilia-Romagna, atti a coltivare nella coscienza collettiva la capillare consapevolezza che la prevenzione non deve mai superare l’emergenza”.

A concludere la serie di interventi, infine, è stato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che ha ricordato: “Quest’intervento fa parte di una vasta strategia regionale di prevenzione e difesa del nostro territorio per fronte ai cambiamenti climatici, i cui effetti sono sempre più evidenti e spesso drammatici. Questa Regione investe, e continuerà a investire, nella sicurezza del territorio, che significa prima di tutto sicurezza per chi lo abita.”.