“IL PARADOSSO È CHE I COSTI ENERGETICI ORA PREGIUDICANO IL FUTURO DELL’AGRICOLTURA CHE PRODUCE CIBO”

Roma, 9 settembre 2022 – Nella stagione più siccitosa di sempre solo le manovre idrauliche straordinarie, eseguite dal Consorzio Canale Emiliano Romagnolo (C.E.R.) nei momenti più critici per i livelli del fiume Po, hanno salvato la stagione in uno dei più importanti “giacimenti” dell’agroalimentare “made in Italy”, consentendo anche la consegna dell’acqua al potabilizzatore di Ravenna nel periodo di massima presenza turistica lungo la costa adriatica ed alimentando al contempo le oasi ambientali di Valle della Canna e Punta Alberete.

“Questa importante azione sul territorio – rende noto Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – comporterà però un raddoppio della bolletta a carico dell’ente consortile e che raggiungerà i 9 milioni di euro.”

La stagione dell’irrigazione, che volge ormai al termine e i dati resi noti sugli utilizzi delle acque prelevate dal Canale Emiliano-Romagnolo (C.E.R.), la principale asta irrigua del Paese  (290 milioni di metri cubi, distribuiti attraverso i Consorzi di bonifica)  confermano, infatti, il ruolo determinante, svolto  per il mantenimento dei livelli produttivi nella stagione più impegnativa di sempre. La siccità del 2022  si iscrive, infatti, al primo posto fra le annate più aride dall’inizio delle rilevazioni idro-meteo-climatiche in Europa ed il C.E.R. ha rivestito  un ruolo centrale negli equilibri idrici dell’area servita (336.000 ettari, di cui ha. 227.000 di superficie agraria nelle province di Ravenna, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini), rappresentando anche un elemento di indubbia rilevanza  nel composito scenario idrologico dell’intera pianura Padana.

Le complesse azioni idrauliche operate in tutte le stazioni del Consorzio C.E.R. hanno consentito una gestione razionale dell’acqua disponibile, grazie a manovre idrauliche straordinarie, messe in atto, non senza difficoltà viste le basse quote idrometriche, soprattutto nel mese di Luglio e ad inizio Agosto.

“Un contributo di rilievo, nell’ottica complessiva della sostenibilità ambientale, è anche l’apporto che il Canale Emiliano Romagnolo assicura alle oasi ambientali del territorio, importanti per habitat e biodiversità” aggiunge il Presidente del Consorzio C.E.R., Nicola Dalmonte.

“Questa complessa, quanto fondamentale azione di gestione idrica, che ha  comportato un incremento dei costi operativi,  è oggi ulteriormente gravata dall’incontrollato ed abnorme incremento nei prezzi dell’energia – aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Senza adeguati interventi pubblici a sostegno dei bilanci dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, tali aumenti ricadranno ulteriormente sulle economie familiari con maggiori prezzi nello scaffale e paradossalmente anche su quell’agricoltura, che produce cibo e che tanto ci si è impegnati a salvaguardare in un’ottica di autosufficienza alimentare del Paese.”

Ora l’attenzione si deve rivolgere comunque anche a ciò, che si potrà fare a livello sistemico per migliorare, in modo resiliente, un contesto sottoposto periodicamente a stress idrici ormai troppo frequenti da sostenere senza nuovi ed ulteriori investimenti mirati.

“Da oggi fino al termine effettivo della stagione irrigua ad Ottobre, gli studi approfonditi dei nostri laboratori in campo si concentreranno sull’analisi capillare dell’aspetto agronomico-colturale, generato in questa stagione così critica. Sarà importante comprendere le singole percentuali di utilizzo di risorsa idrica da parte delle singole colture per comporre un complesso bilancio idrico di sistema, importante per la pianificazione del futuro più immediato” conclude la Direttrice Generale del Consorzio C.E.R., Raffaella Zucaro.