L’obiettivo primario dell’ente è continuare a garantire la possibilità d’irrigazione al settore agricolo anche nelle prossime settimane quando ci sarà la massima richiesta
Ferrara, 21 giugno 2022 – “Dobbiamo garantire alle nostre aziende agricole di continuare a irrigare le colture, molte delle quali rischiano di diventare improduttive per l’assenza di precipitazioni prolungata e per questo stiamo mettendo in campo tutte le misure necessarie in questa fase di forte criticità – ha spiegato il presidente del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, Stefano Calderoni, nel corso della conferenza stampa organizzata all’impianto idrovoro di Pontelagoscuro, diventato il simbolo in questi giorni della più grande secca del Bacino del Po degli ultimi 70 anni.
Attualmente il livello del Po dal quale proviene il 99% dell’acqua per uso irriguo è a un metro, lo stesso del 2006, e tecnicamente è ancora possibile effettuare i prelievi, ma il limite è vicino e per questo il Consorzio sta lavorando a una serie di interventi per continuare a garantire l’acqua, come ha spiegato il direttore generale, Mauro Monti: “Nonostante la fase di criticità dei livelli del Po, le derivazioni stanno funzionando in maniera soddisfacente ma sappiamo che tra 15-20 giorni la richiesta irrigua nel Basso Ferrarese sarà massima e vogliamo in tutti modi evitare il razionamento. Per questo il nostro piano siccità è operativo e abbiamo già attivato una serie di pompe provvisorie per recuperare l’acqua che dai canali di scolo va verso il mare e reimmetterla negli impianti. Inoltre abbiamo accresciuto la capienza dei canali, aumentando di 10-15 cm la quota d’innesco delle pompe degli impianti. Siamo anche pronti, in caso di necessità, a deviare verso monte parte dell’acqua che arriva da Codigoro e si immette nel terzo tronco del Po di Volano per disperdersi nel mare. Misure per recuperare, in sostanza, tutta la risorsa idrica che andrebbe “persa” e che in questo momento è davvero preziosa”.
Dall’autunno, passata la fase emergenziale, il Consorzio lavorerà insieme a tutti gli attori politici e istituzionali per attuare strategie di sistema e avere una riserva idrica sufficiente anche in caso di siccità estrema: “Chiaramente stiamo scontando i ritardi di una mancata programmazione per il Bacino del Po – ha continuato Calderoni – e la mancanza di progetti per creare un sistema adeguato a cambiamenti climatici che erano previsti. In autunno, anche grazie ai fondi del PNRR, sarà necessario progettare, finalmente, quel sistema di invasi delle acque di Alpi e Appennini per conservare l’acqua e utilizzarla quando serve, come ora. Serve un progetto “resiliente”, capace di adattarsi alle nuove esigenze irrigue delle attività produttive, altrimenti si rischia il default della nostra economia, non solo agricola. Vorrei infine chiedere alle nostre aziende agricole – ha concluso il presidente del Consorzio – di avere pazienza perché ovviamente le misure attivate potrebbero causare qualche momentaneo disagio, ma i tecnici del Consorzio stanno davvero lavorando 24 ore su 24 per intervenire in maniera veloce e risolutiva. Chiedo anche un sostegno da parte dei cittadini, perché limitino al massimo le attività superflue, come irrigare i giardini o lavare l’auto, perché in questo momento ogni goccia d’acqua a fini civili e produttivi è preziosa. Vediamo cosa accadrà nei prossimi giorni, il Consorzio monitorerà la situazione di ora in ora per evitare fino all’ultimo un razionamento dell’acqua che sarebbe un problema enorme per la tenuta della nostra agricoltura”.