A causa dell’assenza di precipitazioni sono già arrivate al Consorzio di Bonifica richieste per l’anticipo dell’irrigazione su oltre duemila ettari di superficie
Ferrara, 4 marzo 2022 – I dati relativi al livello del fiume Po rilevati a Pontelagoscuro e la scarsità di precipitazioni negli ultimi due mesi, hanno reso necessario il ricorso all’anticipo della stagione irrigua in alcune zone del territorio, in particolare nel Basso Ferrarese. Si tratta di una situazione “emergenziale” come spiega, attraverso i numeri, Aldo Bignami del settore Meteo-Irriguo del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara.
“Le quote del Po a Pontelagoscuro sono un segnale chiaro dei cambiamenti climatici in corso – spiega Bignami – visto che il valore medio negli ultimi 20 anni era di 3,86 metri, mentre la rilevazione effettuata oggi segna 2,26 metri, 1,60 al di sotto della media. Se il Po è sostanzialmente in “secca” meglio non va il dato relativo alle precipitazioni: nei mesi di gennaio e febbraio sono caduti complessivamente 36 mm di pioggia, mentre la media degli ultimi 25 anni nello stesso periodo è di 82mm, più del doppio. La scarsità di precipitazioni sta spingendo le aziende agricole a chiedere l’irrigazione anticipata. Nel dettaglio le richieste attuali sono relative a oltre 2mila ettari, in particolare investiti a orticole (590 ettari), frutticole (445), bietola da seme (440), pisello (270) e grano (150). Ricordo che per l’irrigazione anticipata occorre fare richiesta al Consorzio, così da consentirci di aprire gli impianti e mettere le aziende nelle migliori condizioni per procedere con le operazioni”.
Il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara si trova, dunque, a gestire la risorsa idrica a fronte di una situazione climatica che da straordinaria è diventata “strutturale”, come spiega Luca Natali, vicepresidente del Consorzio.
“Anche quest’anno – afferma Natali – abbiamo scelto di anticipare la stagione irrigua al 1° aprile ma in queste condizioni climatiche non è sufficiente. Ormai possiamo dire che la stagione è partita, di fatto, il 1° marzo perché alcune colture non potevano più attendere piogge che non sembrano voler cadere. Per il Consorzio questo significa anche avere un tempo più limitato per effettuare i lavori di manutenzione essenziali per garantire la massima efficienza degli impianti. Posso però dire che, nonostante in alcune zone ci siano ancora lavori in corso o in fase di completamento, stiamo facendo davvero il possibile, a livello di personale e mezzi impiegati, per superare questo momento di richiesta straordinaria di risorsa idrica. Acqua, peraltro, essenziale non solo per l’irrigazione ordinaria, ma anche per la difesa antibrina, in previsione di gelate tardive che l’anno scorso hanno falcidiato la produzione di frutta, dalle albicocche alle pere. Come Consorzio stiamo lavorando per adattare strutture e operatività a cambiamenti climatici anche attraverso l’utilizzo della capacità di invaso. Voglio citare, ad esempio, il progetto che abbiamo messo in campo con l’azienda Salvi Vivai per far fronte alle esigenze irrigue fuori stagione. Dallo scorso anno – continua Natali – abbiamo immagazzinato l’acqua meteorica e di colatura invernale in canalette specializzate, tradizionalmente vuote nel periodo invernale. L’azienda ha messo a disposizione le risorse per sezionare queste strutture e farvi confluire, appunto, l’acqua di rugiada. In questo modo sono stati garantiti gli apporti idrici fondamentali per colture vivaistiche molto diffuse nel basso ferrarese. Una buona soluzione alle esigenze agronomiche in zone dove non si riescono a realizzare invasi, che non ha portato peraltro nessun costo aggiuntivo per il Consorzio”.