PIACENZA (25 novembre 2013) – I perduranti e numerosi episodi di violenza sulle donne hanno spinto URBER (Unione Regionale delle Bonifiche Emilia Romagna) e i Consorzi di Bonifica associati, a proporre un’inizia volta a far crescere e migliorare la sensibilità collettiva, e in particolare quella maschile, contro tale brutalità; una fotografia del personale consortile, un semplice ma significativo gesto per un accorato appello comune.
Una vergognosa conta, quella delle donne vittime di violenza, che quest’anno è arrivata a quota 128, con una rapida escalation: ad agosto risultavano un’ottantina di casi e le richieste di aiuto di donne vittime di stalking sono aumentate nei primi sei mesi del 2013 di circa il 10%. Anche il profilo della donna-vittima descrive una persona piuttosto normale: una donna di età compresa fra i 35 e 54 anni, con la licenza media superiore nel 53% e la laurea nel 22%. Percentuali e numeri amplificati da altri numeri. La violenza subita dalle donne ogni anno ha, infatti, un costo economico e sociale di quasi 17 miliardi di euro, l’equivalente di tre manovre finanziarie, il triplo della spesa pagata dal nostro Paese ogni anno per incidenti stradali.
Se come tutela della salute e istruzione la parità tra i generi si può dire raggiunta, sulla situazione politica, economica, sociale, professionale la strada da percorrere è ancora molto lunga. Il quadro non cambia se le donne sono più istruite degli uomini. Fra la popolazione dai 30 ai 34 anni le giovani con laurea sono il 24,2% contro il 15,5% dei maschi: quasi nove punti che contano assai poco. Tra i laureati specialistici biennali, già a un anno dalla laurea lavorano 55,5 donne e 63 uomini su cento, 7,5 punti di handicap al femminile. A un anno dal titolo, i laureati uomini possono contare più delle colleghe su un lavoro stabile (39 a 30%) e guadagnano il 32% in più (1.220 euro contro 924 euro mensili netti). A cinque anni dalla laurea lavorano 83 donne e 89 uomini su cento (6% di differenza). Il posto stabile è ancora prerogativa tutta maschile.
Con il 25 di novembre, Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, si vuole richiamare l’impegno di tutti, uomini e donne a combattere ogni forma di molestia e di violenza anche nei luoghi di lavoro e di studio e ad esprimere la propria solidarietà nei confronti delle donne vittime di violenza. Infatti la violenza nei luoghi di lavoro e di studio è un fenomeno nascosto, ma con conseguenze concrete che costituiscono un ostacolo all’accesso delle donne allo studio, al lavoro e alla loro carriera; compromette le condizioni di vita e rafforza i rapporti di potere basati sul genere.
La violenza è un fenomeno comunque deprecabile e qualsiasi comportamento offensivo contro le donne deve essere contrastato come fattore di inciviltà.
Una vergognosa conta, quella delle donne vittime di violenza, che quest’anno è arrivata a quota 128, con una rapida escalation: ad agosto risultavano un’ottantina di casi e le richieste di aiuto di donne vittime di stalking sono aumentate nei primi sei mesi del 2013 di circa il 10%. Anche il profilo della donna-vittima descrive una persona piuttosto normale: una donna di età compresa fra i 35 e 54 anni, con la licenza media superiore nel 53% e la laurea nel 22%. Percentuali e numeri amplificati da altri numeri. La violenza subita dalle donne ogni anno ha, infatti, un costo economico e sociale di quasi 17 miliardi di euro, l’equivalente di tre manovre finanziarie, il triplo della spesa pagata dal nostro Paese ogni anno per incidenti stradali.
Se come tutela della salute e istruzione la parità tra i generi si può dire raggiunta, sulla situazione politica, economica, sociale, professionale la strada da percorrere è ancora molto lunga. Il quadro non cambia se le donne sono più istruite degli uomini. Fra la popolazione dai 30 ai 34 anni le giovani con laurea sono il 24,2% contro il 15,5% dei maschi: quasi nove punti che contano assai poco. Tra i laureati specialistici biennali, già a un anno dalla laurea lavorano 55,5 donne e 63 uomini su cento, 7,5 punti di handicap al femminile. A un anno dal titolo, i laureati uomini possono contare più delle colleghe su un lavoro stabile (39 a 30%) e guadagnano il 32% in più (1.220 euro contro 924 euro mensili netti). A cinque anni dalla laurea lavorano 83 donne e 89 uomini su cento (6% di differenza). Il posto stabile è ancora prerogativa tutta maschile.
Con il 25 di novembre, Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, si vuole richiamare l’impegno di tutti, uomini e donne a combattere ogni forma di molestia e di violenza anche nei luoghi di lavoro e di studio e ad esprimere la propria solidarietà nei confronti delle donne vittime di violenza. Infatti la violenza nei luoghi di lavoro e di studio è un fenomeno nascosto, ma con conseguenze concrete che costituiscono un ostacolo all’accesso delle donne allo studio, al lavoro e alla loro carriera; compromette le condizioni di vita e rafforza i rapporti di potere basati sul genere.
La violenza è un fenomeno comunque deprecabile e qualsiasi comportamento offensivo contro le donne deve essere contrastato come fattore di inciviltà.
Cominciamo a dire NO! al femminicidio