Il rapporto approfondito dell’Ateneo Unimore e del suo staff di studiosi conferma pienamente le positive rilevazioni che in questi anni avevano già presentato l’agenzia competente Arpae e l’istituto agrario Zanelli. Bonvicini: “Piena soddisfazione di essere indispensabili per il comparto agroalimentare con le nostre derivazioni”
Reggio Emilia, 13 Dicembre 2021 – Il Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Modena e Reggio Emilia ha rilasciato il Rapporto sullo stato qualitativo delle acque destinate all’irrigazione del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale. Come si sa, la rete di canali ed impianti consortili preleva le acque a fini irrigui dalle tre derivazioni fluviali dal fiume Po grazie all’impianto idrovoro di Boretto (da cui viene prelevata circa il 70% della risorsa complessiva), dal fiume Secchia a Castellarano e Sassuolo (15 % circa) e dal Torrente Enza a Cerezzola (7% circa). La parte restante è prelevata da un sistema di pozzi consortili nonché dal depuratore di Mancasale, che fornisce circa 6 milioni di acqua depurata dal Gruppo IREN ed affinata, costantemente monitorata allo scopo di autorizzare la sua successiva efficace immissione nell’estesa rete irrigua del Consorzio.
Lo staff di tecnici esperti dell’Università di Modena e Reggio Emilia ha operato capillarmente da ben 25 punti di prelievo ritenuti maggiormente significativi, tra cui ovviamente proprio quelli in corrispondenza delle derivazioni da Po, Secchia ed Enza e analizzando dati specifici di tre distinti prelievi. L’esito risulta più che soddisfacente e l’analisi complessiva e dettagliata contenuta nel Report dell’Università (che il Consorzio dell’Emilia Centrale, all’insegna della sua mission di totale trasparenza verso tutti i consorziati e la cittadinanza del comprensorio, pubblica come consuetudine sul portale dell’ente), si conclude con buone classificazioni e performances della risorsa idrica analizzata secondo i descrittori LIMeco (Livello Inquinamento Macrodescrittori per lo stato ecologico) e LIM (Livello Inquinamento tramite Macrodescrittori). In entrambe le classificazioni infatti lo stato delle acque irrigue si è dimostrato in alcuni casi addirittura elevato, in altri buono e nei restanti comunque sufficiente.
Occorre dire, ad onor del vero, che questi dati positivi sono in linea con quelli rilevati ed analizzati ormai da una decina d’anni, fino al 2019, dall’Istituto Zanelli in collaborazione con l’agenzia regionale qualificata ARPAE. “Per cui si può affermare che le analisi effettuate in oltre un decennio – ha commentato il presidente del Consorzio dell’Emilia Centrale Marcello Bonvicini – ci restituiscono un quadro dello stato qualitativo delle acque immesse nella rete consortile assolutamente compatibile con l’utilizzo a cui la risorsa idrica è destinata, ovvero quella di consentire ininterrottamente la produzione agricola di eccellenza della nostra pianura”.
In conclusione, va comunque evidenziato che il Consorzio di Bonifica non ha alcuna competenza diretta sulla qualità delle acque che la rete consortile veicola per lo più a cielo aperto e pertanto, a differenza dei gestori delle reti acquedottistiche, non può direttamente rispondere della qualità stessa della risorsa idrica distribuita. Pur tuttavia gli amministratori del Consorzio hanno, da tempo, ritenuto opportuno affrontare la questione per migliorare il servizio rivolto alle imprese agricole così rilevanti per l’economia del nostro territorio.
Il Rapporto del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Modena e Reggio Emilia sulla qualità delle acque irrigue 2021, così come quelli degli anni precedenti come anticipato (dal 2016 al 2019) sono consultabili alla pagina web https://www.emiliacentrale.it/consorzio-trasparente/informazioni-ambientali/.