Un affollato incontro pubblico chiude la progettazione partecipata del programma comunitario Life rii: Regione, Comuni e Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale uniti per la riqualificazione dei corsi d’acqua della pedecollina
ALBINEA (2 ottobre 2013) – Si è tenuta sabato scorso in una gremita la Sala Civica del Comune di Albinea il Forum pubblico che ha concluso la fase della progettazione degli interventi di ingegneria naturalistica di sistemazione dei rii Arianna, Bertolini, Bottazzo, Enzola, Lavezza e Quaresimo nella zona dell’alta pianura reggiana. Si tratta di interventi finalizzati a migliorare, in alcuni casi assai sensibilmente, la sicurezza idraulica di alcuni corsi d’acqua naturali, che, per le loro forti pendenze ed il fatto che interessano la zona pedecollinare, fortemente urbanizzata, possono costituire una notevole minaccia in situazioni di piena.
Ai lavori hanno preso parte l’assessore regionale alla Difesa del Suolo, Paola Gazzolo, la dottoressa Monica Guida, dirigente regionale, il dottore Gianfranco Larini, Responsabile del Servizio tecnico bacini degli affluenti del Po, Il presidente del Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale, Marino Zani oltre agli amministratori ed i tecnici dei Comuni interessati al progetto, Albinea, Quattro Castella, Bibbiano e San Polo.
Il programma che ammonta a 1 milione e duecento mila euro, finanziati al 50% dalla Ue e per il restante 50% dalla Regione e dai quattro Comuni interessati, rappresenta un momento di svolta nella gestione delle acque superficiali e del reticolo minore sotto molteplici aspetti.
In primo luogo si tratta di un progetto, finalizzato miglioramento della sicurezza idraulica, che risponde altresì alle esigenze di garantire la qualità delle acque, di tutelare la valenza paesaggistica e ambientale propria dei Rii e di assicurarne una fruizione pubblica. Si tratta di temi che si intersecano e si valorizzarono reciprocamente, per cui gli interventi di riqualificazione messi a punto, fondati sulla necessità di ridare spazio ai corsi d’acqua e migliorare la loro qualità ecologica per conseguire gli obiettivi delle Direttive europee Alluvioni e Acque, conseguono in concreto obiettivi plurimi.
Ciò, in quanto i nostri corsi d’acqua non assolvono solamente ad una funzione idraulica ma sono anche, in un territorio sempre più antropizzato, uno dei pochi habitat ove la biodiversità ha modo di svilupparsi, che vanno pertanto tutelati e resi fruibili alla popolazione.
Inoltre, per la prima volta, il progetto vede coinvolti tutti gli enti deputati alla gestione delle acque superficiali, vale a dire la Regione Emilia Romagna, i Comuni e il Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale che funge da soggetto attuatore dal punto di vista tecnico. Un rapporto sinergico che potrebbe costituire un modello per altri futuri interventi di questo tipo e che valorizza e mette a sistema la funzione di Difesa del Suolo esercitata dalla Regione, il presidio del territorio che spetta ai Comuni e le funzioni tecniche esercitate da un ente intermedio come il Consorzio. Questo modello ha consentito di attrarre i finanziamenti comunitari.
Infine la progettazione è stata allargata a tutti i portatori di interesse, privati cittadini, associazioni, ecc., che hanno contribuito alle scelte progettuali secondo i dettami della Legge Regionale n. 3/2010 sulla partecipazione.
Il progetto, illustrato dal dottor Aronne Ruffini del Consorzio di bonifica, è stato predisposto dallo staff tecnico consortile secondo la tecnica dell’ingegneria naturalistica, e prevede, tra le altre cose, allargamenti di sezioni d’alveo per circa 12.000 metri quadri, difese spondali con palificate a doppia parete ed inserimento di talee a rapida capacità vegetativa, per una lunghezza complessiva di 383 metri, la realizzazione di 7 briglie selettive ed il taglio e l’asportazione di specie alloctone e messa a dimora di piante e cespugli di specie autoctone per una superficie complessiva prossima ai 10 ettari.
I lavori verranno realizzati nel corso del 2014.
Ai lavori hanno preso parte l’assessore regionale alla Difesa del Suolo, Paola Gazzolo, la dottoressa Monica Guida, dirigente regionale, il dottore Gianfranco Larini, Responsabile del Servizio tecnico bacini degli affluenti del Po, Il presidente del Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale, Marino Zani oltre agli amministratori ed i tecnici dei Comuni interessati al progetto, Albinea, Quattro Castella, Bibbiano e San Polo.
Il programma che ammonta a 1 milione e duecento mila euro, finanziati al 50% dalla Ue e per il restante 50% dalla Regione e dai quattro Comuni interessati, rappresenta un momento di svolta nella gestione delle acque superficiali e del reticolo minore sotto molteplici aspetti.
In primo luogo si tratta di un progetto, finalizzato miglioramento della sicurezza idraulica, che risponde altresì alle esigenze di garantire la qualità delle acque, di tutelare la valenza paesaggistica e ambientale propria dei Rii e di assicurarne una fruizione pubblica. Si tratta di temi che si intersecano e si valorizzarono reciprocamente, per cui gli interventi di riqualificazione messi a punto, fondati sulla necessità di ridare spazio ai corsi d’acqua e migliorare la loro qualità ecologica per conseguire gli obiettivi delle Direttive europee Alluvioni e Acque, conseguono in concreto obiettivi plurimi.
Ciò, in quanto i nostri corsi d’acqua non assolvono solamente ad una funzione idraulica ma sono anche, in un territorio sempre più antropizzato, uno dei pochi habitat ove la biodiversità ha modo di svilupparsi, che vanno pertanto tutelati e resi fruibili alla popolazione.
Inoltre, per la prima volta, il progetto vede coinvolti tutti gli enti deputati alla gestione delle acque superficiali, vale a dire la Regione Emilia Romagna, i Comuni e il Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale che funge da soggetto attuatore dal punto di vista tecnico. Un rapporto sinergico che potrebbe costituire un modello per altri futuri interventi di questo tipo e che valorizza e mette a sistema la funzione di Difesa del Suolo esercitata dalla Regione, il presidio del territorio che spetta ai Comuni e le funzioni tecniche esercitate da un ente intermedio come il Consorzio. Questo modello ha consentito di attrarre i finanziamenti comunitari.
Infine la progettazione è stata allargata a tutti i portatori di interesse, privati cittadini, associazioni, ecc., che hanno contribuito alle scelte progettuali secondo i dettami della Legge Regionale n. 3/2010 sulla partecipazione.
Il progetto, illustrato dal dottor Aronne Ruffini del Consorzio di bonifica, è stato predisposto dallo staff tecnico consortile secondo la tecnica dell’ingegneria naturalistica, e prevede, tra le altre cose, allargamenti di sezioni d’alveo per circa 12.000 metri quadri, difese spondali con palificate a doppia parete ed inserimento di talee a rapida capacità vegetativa, per una lunghezza complessiva di 383 metri, la realizzazione di 7 briglie selettive ed il taglio e l’asportazione di specie alloctone e messa a dimora di piante e cespugli di specie autoctone per una superficie complessiva prossima ai 10 ettari.
I lavori verranno realizzati nel corso del 2014.