I parlamentari eletti nelle tre province di Ferrara, Ravenna e Rovigo si impegnano a sostenere il rifinanziamento della legge sulla subsidenza da inserire nella Finanziaria 2003. E’ la volontà espressa nel corso di un incontro a Ferrara tra i dieci Consorzi di bonifica delle province di Ferrara, Ravenna e Rovigo con i parlamentari eletti nell’area. Erano presenti i senatori Fabio Baratella (Ds) e Alberto Balboni (An), gli onorevoli Gabriele Frigato, Franco Grotto, Rosella Ottone, Aldo Preda (tutti dell’Ulivo), e i rappresentanti dei Consorzi di bonifica ricadenti, in tutto o in parte, nelle tre province (1° Circondario Polesine di Ferrara, 2° Circondario Polesine di San Giorgio, Valli di Vecchio Reno, Generale di Bonifica e Burana per Ferrara; Romagna Centrale e Romagna Occidentale per Ravenna; Delta Po Adige, Padana Polesana e Polesine Adige-Canal Bianco per Rovigo).
Sulla base delle esigenze prospettate dai singoli Consorzi, i cui comprensori interessano una superficie di pianura di quasi 6000 Km2, l’entità dei finanziamenti necessari a medio termine (10 anni) per la realizzazione degli interventi prioritari si aggira intorno ai 400 milioni di euro, quasi 800 miliardi delle vecchie lire.
Il fenomeno della subsidenza, provocato dalle estrazioni di gas metano, dallo sfruttamento delle falde acquifere, nonché, in misura minore, dai costipamenti propri dei terreni sedimentari, ha sconvolto per decenni l’assetto delle reti idrauliche di bonifica e di irrigazione e dei relativi impianti di sollevamento, con pesanti conseguenze per la regimazione idraulica e quindi per la sicurezza dei territori serviti dai Consorzi di bonifica. A partire dalla Legge Finanziaria del 1987 furono disposti appositi capitoli di spesa per interventi relativi alla “protezione del territorio del Comune di Ravenna dal fenomeno della subsidenza, e di quelli urgenti connessi alla difesa dal mare dei territori del delta del Po interessati dal fenomeno della subsidenza e alla difesa dalle acque di bonifica dei territori delle province di Ferrare e Rovigo”. Le Finanziarie degli anni successivi garantirono rifinanziamenti che hanno consentito di progettare e realizzare alcune opere fondamentali per aggiornare il tessuto di bonifica e ridurre il rischio idraulico. Purtroppo i finanziamenti, per quanto di entità significativa, non hanno avuto una cadenza regolare e sono stati largamente insufficienti per far fronte compiutamente al programma organico di interventi elaborato a suo tempo e successivamente aggiornato per l’aggravarsi delle situazioni di criticità idraulica. L’opera di ripristino va proseguita e completata, anche per non vanificare i positivi risultati dei primi interventi.
Ciò dovrà avvenire sulla base di una adeguata programmazione e di flussi finanziari sistematici e certi, in relazione alle esigenze prioritarie di intervento prospettate dai singoli Consorzi. Tale programmazione andrà ovviamente coordinata a livello regionale e provinciale, anche in relazione alle nuove competenze assegnate dallo Stato alle Regioni ed agli Enti Locali.
Le principali tipologie d’intervento sono state così individuate:
riassetto delle reti di scolo con realizzazione di nuove opere e adeguamento dei manufatti dissestati dalla subsidenza;
rafforzamento delle arginature e adeguamento di manufatti idraulici alla foce dei canali consorziali;
ristrutturazione degli impianti idrovori esistenti per gli aumentati dislivelli negativi indotti dalla subsidenza;
passaggio di bacini dallo scolo naturale allo scolo meccanico (mediante realizzazione di nuovi impianti idrovori) per l’intervenuta impossibilità di far defluire le acque a gravità.