Anche il Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale parteciperà al Convegno delle Terre del Lamone: verso un contratto di fiume organizzato per sabato 8 e domenica 9 giugno dall’Ecomuseo delle Erbe Palustri di Villanova di Bagnacavallo in occasione delle Giornate dell’Ambiente.
Nella mattinata di sabato 8 l’ingegnere Paola Silvagni, responsabile del settore progettazione del Consorzio, interverrà sul tema La regimazione delle acque nei terreni di bonifica. Paola Silvagni parlerà del sistema di scolo delle acque meteoriche nel distretto di pianura del comprensorio del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale, costituito esclusivamente da opere artificiali di bonifica in gestione al Consorzio, data la condizione di pensilità, rispetto al piano campagna, dei corsi d’acqua naturali che l’attraversano, come il fiume Lamone. Le attività statutarie del Consorzio (bonifica idraulica di pianura, progettazione ed esecuzione lavori, irrigazione e bonifica montana) consentono di mantenere, tutelare e migliorare un territorio fragile dal punto di vista strutturale e idrogeologico e permettono di gestire il patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale. Sarà poi sottolineata l’importanza dell’attività di bonifica come perenne processo del rapporto fra terra e acqua sul territorio utilizzato dall’uomo a fini economici e con indissolubile conseguente beneficio per l’intera comunità.
Sempre sabato 8 ma alle 14.30 andrà in scena presso l’Ecomuseo delle Erbe Palustri, di nuovo a cura del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale, lo spettacolo teatrale Terra dura in multicolor – Il racconto delle bonifiche e degli scariolanti, di Lorenzo Bonazzi per la regia di Andrea Samaritani promosso da URBER.
«Se avessero inventato prima le pompe idrovore, le ruspe, il GPS, oggi non potremmo raccontare l’affascinante storia degli scariolanti, figure epiche delle bonifiche della nostra pianura – commenta l’autore –. Oggi li vediamo lontani nel tempo; la storia li ha trasformati in eroi che armati di carriole e badili affrontano a piedi nudi, il fango di una terra generosa ma che pretende sacrifici prima di donare i propri frutti.» Del grigio paesaggio delle ultime bonifiche di fine Ottocento resta ora un territorio che va ancora gestito, difeso, tutelato; un paesaggio che possiamo vedere in tutta la sua complessità, che guarda al futuro, «illuminato dal colore delle bonifiche moderne». Terra dura in multicolor è un racconto fatto con un linguaggio semplice e diretto, dove importanti concetti geografici, storici e tecnici vengono veicolati da momenti divertenti, bizzarri e anche poetici.
Nella mattinata di sabato 8 l’ingegnere Paola Silvagni, responsabile del settore progettazione del Consorzio, interverrà sul tema La regimazione delle acque nei terreni di bonifica. Paola Silvagni parlerà del sistema di scolo delle acque meteoriche nel distretto di pianura del comprensorio del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale, costituito esclusivamente da opere artificiali di bonifica in gestione al Consorzio, data la condizione di pensilità, rispetto al piano campagna, dei corsi d’acqua naturali che l’attraversano, come il fiume Lamone. Le attività statutarie del Consorzio (bonifica idraulica di pianura, progettazione ed esecuzione lavori, irrigazione e bonifica montana) consentono di mantenere, tutelare e migliorare un territorio fragile dal punto di vista strutturale e idrogeologico e permettono di gestire il patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale. Sarà poi sottolineata l’importanza dell’attività di bonifica come perenne processo del rapporto fra terra e acqua sul territorio utilizzato dall’uomo a fini economici e con indissolubile conseguente beneficio per l’intera comunità.
Sempre sabato 8 ma alle 14.30 andrà in scena presso l’Ecomuseo delle Erbe Palustri, di nuovo a cura del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale, lo spettacolo teatrale Terra dura in multicolor – Il racconto delle bonifiche e degli scariolanti, di Lorenzo Bonazzi per la regia di Andrea Samaritani promosso da URBER.
«Se avessero inventato prima le pompe idrovore, le ruspe, il GPS, oggi non potremmo raccontare l’affascinante storia degli scariolanti, figure epiche delle bonifiche della nostra pianura – commenta l’autore –. Oggi li vediamo lontani nel tempo; la storia li ha trasformati in eroi che armati di carriole e badili affrontano a piedi nudi, il fango di una terra generosa ma che pretende sacrifici prima di donare i propri frutti.» Del grigio paesaggio delle ultime bonifiche di fine Ottocento resta ora un territorio che va ancora gestito, difeso, tutelato; un paesaggio che possiamo vedere in tutta la sua complessità, che guarda al futuro, «illuminato dal colore delle bonifiche moderne». Terra dura in multicolor è un racconto fatto con un linguaggio semplice e diretto, dove importanti concetti geografici, storici e tecnici vengono veicolati da momenti divertenti, bizzarri e anche poetici.