PIACENZA (20 maggio 2013) – “L’intensità delle piogge degli ultimi giorni e la piena del Po avrebbero allagato ed arrecato danni a molti più ettari di quelli inondati dal grande fiume nelle ultime ore se non ci fosse stato il Consorzio di Bonifica; sono infatti entrati in funzione gran parte degli impianti idrovori presenti sul territorio.”
Così il presidente Fausto Zermani, commenta le operazioni svolte dai tecnici dell’ente per contenere gli effetti di una piovosità intensa che si è abbattuta sabato notte nel piacentino e alla piena del fiume Po, destinata ancora a salire nelle prossime ore.
Le opere di Bonifica e cioè i canali artificiali che si sviluppano per oltre duemila chilometri sul territorio provinciale hanno allontanato le abbondanti piogge delle scorse giornate; in modo particolare va menzionato l’impianto che ha contribuito ad allontanare l’acqua piovana caduta in città ed evitando così grandi allagamenti di aree urbane: “l’impianto idrovoro della Finarda – spiega il tecnico del Consorzio geom. Roberto Terret – è entrato in funzione anche ieri mattina, ma la particolarità riguarda il fatto che con tutte le paratoie chiuse, causa piena del fiume Po, la Finarda è riuscita ad allontanare (sabato notte e nelle prime ore di domenica mattina) con 3 pompe in funzione, ingenti quantitativi di acqua piovana, preservando quindi Piacenza”.
Anche l’Impianto idrovoro dell’Armalunga è entrato in funzione e continua a preservare da allagamenti tutto il territorio est del comune di Piacenza, allontanando acqua piovana delle scorse giornate dalle campagne e dagli abitati, immettendole nel fiume Po, seppur a livelli alti. Entrambi gli impianti nelle prossime ore resteranno in allerta e continueranno a svolgere il loro compito.
Diversi scenari climatici futuri indicano una probabilità di aumento delle precipitazioni intense e del rischio alluvioni. Ecco perché attuare politiche volte alla prevenzione e non più all’emergenza risultano essere l’unico elemento vincente per il nostro territorio attraverso una specifica e dedicata attenzione agli alvei dei fiumi, agli argini e ad un costante monitoraggio territoriale finalizzato ad un’attività di prevenzione.
In questo clima di emergenza acquista quindi più valore l’operato del Consorzio di Bonifica, che da sempre si adopera per la difesa del suolo e la gestione delle risorse idriche e la cui presenza viene considerata indispensabile non solo nelle zone agricole, ma anche in quelle urbanizzate.
E anche se non tutte le attività svolte dal Consorzio di bonifica risultano conosciute dalla popolazione, non sembrano esserci dubbi sull’importanza del doppio ruolo, cui sono chiamati i Consorzi: limitare i danni provocati dai fenomeni alluvionali e rimettere in sicurezza idrogeologica i territori colpiti.
“L’emergenza alluvionale, non ancora conclusa, è solo l’apice di una crisi idrogeologica, che perdura da circa tre mesi, arrecando danni ingentissimi all’agricoltura.”
Lo evidenziano in coro Fausto Zermani, presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza e Massimo Gargano presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (ANBI) a fronte dei dati che segnalano un incremento medio delle piogge, sul territorio nazionale, pari a circa il 50%. E’ un ulteriore aggravarsi dei cambiamenti climatici in atto, che confermano l’urgenza di un Piano Straordinario di Manutenzione del Territorio, mirato ad adeguare la rete idraulica alla crescente urbanizzazione ed a rafforzare le difese arginali. Da novembre scorso la lunga stagione delle piogge ha causato danni per miliardi di euro soprattutto in Toscana, sull’Appennino Emiliano, e in Veneto senza contare le vittime e le conseguenze incalcolabili sullo sviluppo economico di intere comunità.
La proposta di Piano per la Riduzione del Rischio Idrogeologico, che i Consorzi di Bonifica, rappresentati dall’ANBI, hanno presentato ad Aprile al Governo, prevedono 3.342 interventi per un investimento di 7.409 milioni di euro, finanziabili con mutui quindicennali.
In occasione della Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione, in corso in tutta Italia, chiediamo al Governo, al Parlamento, alla forze politiche di confrontarci per dare avvio ad un piano di lavori immediatamente cantierabili e che eviterebbero di spendere cinque volte tanto per riparare i danni.
Così il presidente Fausto Zermani, commenta le operazioni svolte dai tecnici dell’ente per contenere gli effetti di una piovosità intensa che si è abbattuta sabato notte nel piacentino e alla piena del fiume Po, destinata ancora a salire nelle prossime ore.
Le opere di Bonifica e cioè i canali artificiali che si sviluppano per oltre duemila chilometri sul territorio provinciale hanno allontanato le abbondanti piogge delle scorse giornate; in modo particolare va menzionato l’impianto che ha contribuito ad allontanare l’acqua piovana caduta in città ed evitando così grandi allagamenti di aree urbane: “l’impianto idrovoro della Finarda – spiega il tecnico del Consorzio geom. Roberto Terret – è entrato in funzione anche ieri mattina, ma la particolarità riguarda il fatto che con tutte le paratoie chiuse, causa piena del fiume Po, la Finarda è riuscita ad allontanare (sabato notte e nelle prime ore di domenica mattina) con 3 pompe in funzione, ingenti quantitativi di acqua piovana, preservando quindi Piacenza”.
Anche l’Impianto idrovoro dell’Armalunga è entrato in funzione e continua a preservare da allagamenti tutto il territorio est del comune di Piacenza, allontanando acqua piovana delle scorse giornate dalle campagne e dagli abitati, immettendole nel fiume Po, seppur a livelli alti. Entrambi gli impianti nelle prossime ore resteranno in allerta e continueranno a svolgere il loro compito.
Diversi scenari climatici futuri indicano una probabilità di aumento delle precipitazioni intense e del rischio alluvioni. Ecco perché attuare politiche volte alla prevenzione e non più all’emergenza risultano essere l’unico elemento vincente per il nostro territorio attraverso una specifica e dedicata attenzione agli alvei dei fiumi, agli argini e ad un costante monitoraggio territoriale finalizzato ad un’attività di prevenzione.
In questo clima di emergenza acquista quindi più valore l’operato del Consorzio di Bonifica, che da sempre si adopera per la difesa del suolo e la gestione delle risorse idriche e la cui presenza viene considerata indispensabile non solo nelle zone agricole, ma anche in quelle urbanizzate.
E anche se non tutte le attività svolte dal Consorzio di bonifica risultano conosciute dalla popolazione, non sembrano esserci dubbi sull’importanza del doppio ruolo, cui sono chiamati i Consorzi: limitare i danni provocati dai fenomeni alluvionali e rimettere in sicurezza idrogeologica i territori colpiti.
“L’emergenza alluvionale, non ancora conclusa, è solo l’apice di una crisi idrogeologica, che perdura da circa tre mesi, arrecando danni ingentissimi all’agricoltura.”
Lo evidenziano in coro Fausto Zermani, presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza e Massimo Gargano presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (ANBI) a fronte dei dati che segnalano un incremento medio delle piogge, sul territorio nazionale, pari a circa il 50%. E’ un ulteriore aggravarsi dei cambiamenti climatici in atto, che confermano l’urgenza di un Piano Straordinario di Manutenzione del Territorio, mirato ad adeguare la rete idraulica alla crescente urbanizzazione ed a rafforzare le difese arginali. Da novembre scorso la lunga stagione delle piogge ha causato danni per miliardi di euro soprattutto in Toscana, sull’Appennino Emiliano, e in Veneto senza contare le vittime e le conseguenze incalcolabili sullo sviluppo economico di intere comunità.
La proposta di Piano per la Riduzione del Rischio Idrogeologico, che i Consorzi di Bonifica, rappresentati dall’ANBI, hanno presentato ad Aprile al Governo, prevedono 3.342 interventi per un investimento di 7.409 milioni di euro, finanziabili con mutui quindicennali.
In occasione della Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione, in corso in tutta Italia, chiediamo al Governo, al Parlamento, alla forze politiche di confrontarci per dare avvio ad un piano di lavori immediatamente cantierabili e che eviterebbero di spendere cinque volte tanto per riparare i danni.