Permane grave la situazione sull’Appennino, nell’Alta Val di Parma, dove i movimenti franosi stanno interessando le attività di centinaia di famiglie, 150 delle quali sono ad alto rischio. Il Consorzio di bonifica Parmense, competente per comprensorio, ha aperto ben 32 cantieri, impegnati soprattutto a liberare le vie di transito dai massi caduti sulla carreggiata e, dove ciò non fosse sufficiente a ripristinare la viabilità, ad aprire nuovi percorsi di collegamento. Nel frattempo, è annunciata una prossima iniziativa sul territorio, cui interverrà anche Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.) che, proprio pochi giorni fa, aveva presentato, a Roma, la proposta 2013 di Piano per la Riduzione del Rischio Idrogeologico. Per quanto riguarda l’Emilia Romagna, sono previsti 1.051 interventi per un investimento di 836 milioni di euro, finanziabili con mutui pluriennali; si calcola che tali lavori darebbero origine ad oltre 5.000 nuovi posti di lavoro.
“Quanto sta accadendo sull’Appennino Parmense è la conferma di ciò, che stiamo denunciando da anni: senza un Piano Straordinario di Manutenzione si pregiudica l’elemento primo per qualsiasi ipotesi di rilancio economico del Paese: il territorio – afferma Massimo Gargano, Presidente A.N.B.I. – Senza contare che, per riparare i danni si spende mediamente cinque volte di più di quanto sarebbe necessario per prevenire gli eventi!”
“Quanto sta accadendo sull’Appennino Parmense è la conferma di ciò, che stiamo denunciando da anni: senza un Piano Straordinario di Manutenzione si pregiudica l’elemento primo per qualsiasi ipotesi di rilancio economico del Paese: il territorio – afferma Massimo Gargano, Presidente A.N.B.I. – Senza contare che, per riparare i danni si spende mediamente cinque volte di più di quanto sarebbe necessario per prevenire gli eventi!”