ANBI – “C’è una colpevole distrazione sociale verso la Bonifica, attività altresì indispensabile in un territorio idrogeologicamente fragile come quello italiano; dell’attività dei 148 Consorzi, che sovrintendono alla gestione di quasi 200.000 chilometri di corsi d’acqua, si parla solo sulla scia delle emozioni suscitate dalle emergenze. Eppure, in Italia, si cementificano, ogni giorno, 115 ettari di territorio, contribuendo ad un distorto sviluppo urbanistico, fatto di abbandono dei territori collinari e montani per un crescente inurbamento delle aree costiere, accentuandone le criticità ambientali. La forbice fra crescita della popolazione ed urbanizzazione del territorio ha raggiunto proporzioni insostenibili: dal 1950 ad oggi, ad un + 26% degli abitanti corrisponde una crescita edilizia pari al 166%.”
Lo afferma Massimo Gargano in occasione della pubblicazione del n. 31_2012 di “DOCOMOMO Italia giornale” dedicato a “Il paesaggio italiano del Novecento. Le bonifiche agrarie”.
“E’ assai diversa la percezione dell’attività di bonifica in città piuttosto che in campagna. Per questo, sono utili iniziative culturali in ambiti diversi da quelli ambientali ed agricoli: gli impianti idraulici, ad iniziare dalle cattedrali dell’acqua in Emilia Romagna, sono esempi architettonici, unici come l’esperienza dei Consorzi di bonifica, presa a modello nel mondo. Il futuro dell’Italia dipenderà anche dalla capacità di dotarsi di un modello di sviluppo identitario, autonomo ed inclonabile: sarà il territorio ad esserne perno ed i Consorzi di bonifica non potranno che esserne tra i protagonisti.”