Assenza di piogge e periodi di caldo e siccità prolungati da anni preoccupano e mettono in crisi i raccolti. A Nonantola, zona dall’alto valore produttivo agricolo, il Consorzio della Bonifica Burana la soluzione l’ha studiata, progettata e realizzata con la costruzione del nuovo impianto Redù giunto al taglio del nastro di fine lavori con l’inaugurazione di giovedì 30 settembre 2021
Modena, 30 settembre 2021 – “Siamo reduci da una stagione irrigua molto complessa, caratterizzata da una condizione idrica grave, definita dai meteorologi una delle più intense della storia, spiega il Presidente del Consorzio Burana Francesco Vincenzi. Questo non fa che rinsaldare la nostra convinzione: servono soluzioni progettuali e impiantistiche nuove che affianchino quelle che con grande lungimiranza ci hanno lasciato i nostri avi e che sono tuttora fondamentali per l’approvvigionamento idrico del comprensorio Burana. Ma che in condizioni di siccità estrema non bastano più. Quest’anno in Emilia-Romagna – una delle regioni più colpite dalla siccità – si è registrato un – 40-70% di precipitazioni rispetto alle medie climatologiche estive: a queste condizioni di stress idrico prolungato, aggravato dalle temperature costantemente elevate registrate, per falde acquifere e piante la sopravvivenza è compromessa. Il cambiamento climatico ha ripercussioni gravi su quantità e qualità dei raccolti agricoli. Per il solo PERO (largamente coltivato nel nonantolano) si calcola che oltre il 41% della produzione derivi dalla pratica irrigua: per l’anno 2020, per il solo pero, ben 35 milioni di euro nella sola Provincia di Modena sono attribuibili alla pratica irrigua. La nostra economia agricola, che vanta tante coltivazioni di pregio, ha bisogno di una risorsa irrigua sempre disponibile e con volumi costanti nel tempo. Questa è una risposta alle criticità di approvvigionamento dell’area”.
Aggiunge l’Ing. Cinalberto Bertozzi, Direttore del Burana: “In questi ultimi anni nel nonantolano assistiamo ad un aumento della richiesta idrica da parte del settore agricolo soprattutto in certi periodi della stagione irrigua (inizio primavera, luglio e inizio agosto) in concomitanza delle magre del fiume Panaro. Per far fronte al problema il Consorzio della Bonifica Burana grazie ad un finanziamento del Mims – Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili – ha progettato la realizzazione di infrastrutture idrauliche (3.356.970 € l’importo complessivo di progetto) che consentiranno di alimentare quel territorio con acque provenienti da altre fonti rispetto al solo Panaro. Già da anni si integra la riserva idrica della rete di canali nella zona a destra del fiume Panaro, nel territorio bolognese, attraverso un ramo del CER (Canale Emiliano-Romagnolo); oggi questo contributo di acque dal fiume Po tramite il sistema del CER è stato esteso grazie all’impianto Redù, di cui si sono completati i lavori – dotato di 2 pompe da 400 litri al secondo cadauna e da una paratoia a doppio scudo controllabile da remoto. Il tutto a servizio di un’area di 5.500 ettari circa con importanti ricadute anche di tipo ambientale e di valorizzazione degli ecosistemi”.