Roma, 29 settembre 2021 – “Come la stragrande maggioranza del Paese, i Consorzi di bonifica ed irrigazione stanno facendo la loro parte per il rilancio dell’Italia, non solo completando ed avviando lavori per circa un miliardo di euro nel rispetto dei tempi previsti, ma avendo presentato progettualità definitive, per oltre 4 miliardi e 300 milioni di euro, da inserire nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, perché nelle condizioni di rispettare il cronoprogramma imposto dall’Unione Europea. Per questo, non ci piacciono certi distinguo, che cominciamo ad avvertire nel mondo della politica”: a dirlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), intervenuto all’inaugurazione della centrale idroelettrica Mulino San Giuseppe a Canneto sull’Oglio, nel mantovano, là dove Hermann Einstein, padre di Albert, produsse la prima energia a servizio della comunità locale.
“L’idea – ricorda Paolo Magri, Direttore Tecnico del Consorzio di bonifica Garda Chiese, autore dell’intervento – fu di chi, a fine ‘800, sfruttò il salto del corso d’acqua. Il Consorzio ha installato una coclea idraulica, cioè la vite inventata da Archimede: pensata per sollevare i liquidi, qui la si usa per provocare un moto rotatorio, sfruttando la forza dell’acqua e, grazie ad una dinamo, produrre elettricità.” La piccola centrale, ricca però di significati, avrà una produzione media annua fino a 250.000 kilowattora in un anno; la potenza elettrica massima, che poteva essere prodotta con la turbina di Einstein, era di circa 16 Kilowatt, ora si arriva a 50!”
Il Presidente dell’ente consortile, Gianluigi Zani, approfitta dell’occasione per lanciare un appello: “Stiamo portando avanti opere per oltre 40 milioni di euro. Ce l’abbiamo messa tutta e siamo riusciti a presentare progetti cantierabili per il P.N.R.R. in pochissimo tempo e ne siamo orgogliosi ma vogliamo che le Istituzioni tutte siano al nostro fianco.”
“E’ l’ennesima dimostrazione che oggi in Italia il primo problema non sono le risorse economiche, anche se sono 25 anni che non si investe nella prevenzione del dissesto idrogeologico – conclude il Presidente di ANBI – Il piano di resilienza è una straordinaria opportunità. Dobbiamo fare in modo che entro il 2026 tutte le risorse siano spese. E’ vero che ci sono tempistiche europee, cui non siamo abituati, ma accettiamo la sfida; prendiamo esempio dallo sport, perché se l’Italia fa l’Italia, ce la fa.”